REDAZIONE PISA

"Claudia, architetto di grande umanità"

Il ricordo del collega della professionista di 28 anni morta in scooter: "Il suo obiettivo era lavorare a progetti sociali internazionali"

"Domenica sera ha lavorato in studio e poi la sera ha raggiunto in treno Livorno. Era un architetto instancabile e una ragazza sempre pronta ad aiutare gli altri". Così l’architetto Alessandro Caponi ricorda Claudia Ferrannini, la ventottenne morta domenica sera in un incidente stradale a Livorno dopo essere andata a sbattere contro un albero con lo scooter: il ragazzo che viaggiava con lei è ricoverato in coma e in prognosi riservata nel reparto di rianimazione dell’ospedale labronico.

Claudia collaborava dal marzo scorso con lo studio associato Caponi-Arrighi architetti. "Dopo la laurea al Politecnico di Torino e uno stage di 18 mesi in uno studio di architetti a San Josè, in Costa Rica, dal marzo scorso era una nostra collaboratrice - sottolinea Caponi, che è anche amico di famiglia della giovane - e lavorava alla progettazione di un importante impianto produttivo sul nostro territorio. Partecipava inoltre alla progettazioni che lo studio ha in corso e a un progetto presso il centro europeo di ricerca di Ispra (Varese). Claudia era una ragazza eccezionale, solare, di grandissima umanità sempre pronta a dedicarsi agli altri: il suo obiettivo era quello di lavorare in progetti umanitari internazionali a favore delle persone più disagiate. Una caratteristica imparata in famiglia: la mamma è volontaria al carcere Don Bosco di Pisa, mentre il padre, Eleuterio Ferrannini, è uno scienziato di fama internazionale". Il padre di Claudia, 72 anni, è un ricercatore del Cnr presso l’Istituto di fisiologia clinica, nell’ambito della diabetologia e delle malattie metaboliche, ed è stato medico interno presso la Clinica medica dell’Università di Pisa, che nel 2013 lo ha insignito dell’Ordine del Cherubino: quest’anno invece ha ricevuto la Banting Medal for Scientific Achievement, primo italiano a riceverla negli 80 anni di esistenza del prestigioso riconoscimento. Da anni è considerato un luminare nella comprensione, il trattamento o la prevenzione del diabete.

"La notizia della morte di Claudia Ferrannini - osserva Patrizia Bongiovanni, presidente dell’ordine provinciale degli architetti - porta con sé una profonda tristezza per la sua scomparsa, ma soprattutto per la mancanza di una giovane architetto che avrebbe potuto dare molto all’architettura in termini di entusiasmo, prospettive e approccio innovativo. I giovani sono il motore del futuro professionale, e gli ordini li considerano una risorsa che ne rende doppiamente dolorosa la perdita".

Gab. Mas.