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"Chiarugi, un eroe della mia generazione"

Riccardo Minuti presenta il suo nuovo libro sul celebre calciatore. Dalla sua Ponsacco allo scudetto della Fiorentina

Verrà presentato il 9 ottobre alle 17.30 all’Odeon di Ponsacco il nuovo libro di Riccardo Minuti “Luciano Chiarugi. Ala del popolo e calciAutore“, edito da Cld Libri. Chiarugi è il protagonista del romanzo calcistico che attraversa gli anni ‘60 e ‘70, raccontato senza reticenze e fuori dai denti da Riccardo Minuti con la prefazione di Stefano Cecchi. Minuti, come sboccia l’idea di un libro su Chiarugi?

"Si tratta di uno dei principali artefici della vittoria dello scudetto della Fiorentina del 1969, e da tifoso viola quello fu per me un momento entusiasmante. Inoltre, conosco molto bene i suoi parenti di Ponsacco e sono stati loro a sollecitare la realizzazione di quest’opera. Non conoscevo personalmente Chiarugi prima dei lavori del libro, sono entrato in contatto con lui attraverso i parenti. Lo avevo comunque incontrato a vari eventi".

Lo sport è un elemento ricorrente nella sua scrittura, prima il campione Mazzinghi, adesso Chiarugi.

"Lo sport è una mia passione, in particolare il calcio, oltre al pugilato a cui mi sono appassionato grazie a Mazzinghi, un idolo quando ero ragazzo, un eroe per la mia generazione".

Il libro su Chiarugi è ricco di aneddoti, vuole svelarne qualcuno?

"Il libro racconta la storia di Chiarugi inserita nel contesto del calcio degli anni ‘60-‘80. E’ stato un periodo molto fertile per il calcio: gli olandesi, Altafini, Cruijf, Rivera, i grandi allenatori come Rocco e Pesaola. Nel testo, questi grandi personaggi vengono descritti e raccontati".

Sono presenti, nell’opera, personaggi ‘rivelatori’ che hanno avuto peso nella vita del protagonista?

"Secondo quanto ha sempre dichiarato Chirugi, e come ho avuto modo di riscontrare parlandoci e incontrandolo nell’ultimo periodo, la figura decisiva della sua vita è stata la moglie Laura. Chiarugi da giovane era un ragazzo ribelle e l’incontro con lei riuscì a fargli mettere la testa a posto. Dal punto di vista calcistico, penso agli allenatori Pesaola e Bernardini, grazie ai quali il suo talento esplose definitivamente, ma soprattutto penso a Nereo Rocco, che incontrò al Milan quando lasciò la Fiorentina. L’addio alla squadra viola avvenne tra mille polemiche e fu un momento molto doloroso per Chiarugi, che pensò anche di lasciare il calcio. Rocco lo accolse come un figlio e lo ricostruì come calciatore".