Morì dopo la cena al ristorante. L’autopsia conferma: "Choc anafilattico"

Il caso di Chiara Ribechini: nuovi accertamenti pronti tra un mese

Chiara Ribechini

Chiara Ribechini

Pisa, 22 novembre 2018 - I risultati dell’autopsia eseguita dal medico legale, Marco Di Paolo, sono stati depositati. Un esame che conferma la morte di Chiara Ribechini in seguito a choc anafilattico. Ora, si dovrà stabilire su che cosa sia stato a provocarlo: si attende per questo gli esami sui liquidi biologici disposti dal sostituto procuratore Giancarlo Dominijanni.

Chiara Ribechini, la 24enne di Navacchio che la sera di domenica 15 luglio con il fidanzato e altri amici era andata a cena nel ristorante dell’agriturismo Colleoli, sulle colline di Palaia, che aveva già frequentato in passato, morì durante il rientro a casa. Le anticipazioni sul primo approfondimento, affidato all’istituto romano specializzato, ed eseguito il 30 luglio, parlano di risultati positivi agli allergeni che sarebbero stati trovati negli alimenti sequestrati nella cucina del locale. Le analisi alimentari sui resti dei quattro piatti consumati quella sera hanno mostrato che due cibi, in particolare, la vellutata di piselli e la crosta in cui era racchiusa la minestra, tutti fatti in casa, avrebbero contenuto caseina e proteine dell’uovo alle quali la ragazza era allergica.

Adesso bisognerà incrociare questi dati con gli altri, le analisi sui liquidi biologici di Chiara, il cibo rimasto nel suo stomaco e quello espulso in quella sera maledetta. Un esame che sta eseguendo Patrizia Restani, una professoressa di chimica alimentare di Milano. La docente si era presa inizialmente 60 giorni di tempo, ma è stata richiesta una proroga di un mese.

Che Chiara fosse un soggetto iperallergico (al latte e ai suoi derivati e all’uovo) è stato ribadito anche dall’autopsia. "Nessun elemento è in contrasto con l’affermazione che la morte della Ribechini sia da ricondurre a defaillance cardiocircolatoria a seguito di asfissia meccanica da angioedema laringeo in corso di anafilassi, in soggetto atopico". Un’allergia importante con cui Chiara e la sua famiglia, seguita dall’avvocato Francesca Zuccoli, avevano imparato a convivere.

La Procura aveva aperto subito un’inchiesta sul caso iscrivendo poi nel registro degli indagati l’amministratrice dell’azienda (difesa dall’avvocato Alberto Marchesi) e la cuoca della struttura dove è stata ripresa l’attività (assistita dalla collega Sara Baldini). La consulenza di parte è del professor Mario Giusiani di Pisa.

Fra un mese, dunque, si dovrebbe avere qualche risposta in più su quanto accadde quella sera.