ELEONORA MANCINI
Cronaca

Cavi e scatole sui muri storici "Tutto nel rispetto delle normative"

L’azienda OpenFiber e le perplessità degli architetti: "In via San Martino intervenuti per ridurre i disagi"

di Eleonora Mancini

Da che l’Ordine degli Architetti di Pisa e il consigliere comunale Marco Biondi hanno sollevato la questione sulla stampa, chi ora si trova a passeggiare in centro storico fa caso alle facciate dei palazzi e alla presenza di fili e di scatolette. Sono cavi di ogni tipo, il cui moltiplicarsi segna via via una nuova conquista tecnologica: prima la luce, poi il telefono e via via così fino alla fibra ottica. Se su un palazzo moderno si può anche chiudere un occhio, quando invece fili e scatole appaiono su facciate storiche e di pregio inevitabili nascono domande e si cercano capri espiatori. Nel caso di specie è OpenFiber, l’azienda al 60% controllata da Casse Depositi e Prestiti, che dal 2017 ha installato in molte strade di Pisa chilometri di fibra ottica, connettendo sinora 45mila immobili tra case, uffici, negozi e aziende. Il fatto che alcune scatolette bianche interrompano i disegni delle architetture dei palazzi storici o impattino in modo eccessivo sulle facciate fa discutere. Subito dopo le segnalazioni sulla stampa, OpenFiber si è mossa per ridurre i ‘disagi’ in via San Martino.

Domenico Olivadese, ingegnere responsabile di OpenFiber su Pisa, ci spieghi: come stanno le cose?

"Vorrei chiarire che è nell’interesse della nostra azienda rispettare il decoro delle città in cui operiamo: sono oltre 200 in tutta Italia quelle nelle quali siamo attualmente impegnati per portare la fibra. Appena visti gli articoli sui giornali, abbiamo subito preso in carico il problema e abbiamo contattato i proprietari dei palazzi spostando in punti meno impattanti le scatolette. Non siamo tenuti a farlo, non esiste nessun obbligo di legge in tal senso, ma nella situazione di specie siamo potuti intervenire dando risposta a una esigenza manifestata dai cittadini".

Che tipo di verifiche avete fatto?

"Prima di tutto abbiamo voluto capire se sui palazzi in questione ci fossero dei vincoli che invece non risultano. Nel lavoro che facciamo rispettiamo una normativa nazionale e il decoro e i palazzi storici stanno a cuore anche a noi". Come operate di solito? "I nostri interlocutori, là dove non ci sono vincoli, sono amministratori di condominio e privati proprietari. Ovviamente se il Comune ci fa delle segnalazioni, come avvenuto altre volte, le prendiamo in considerazione e interveniamo. Nel posizionare i cavi, andiamo dove sono già cavi esistenti, come quelli dell’elettricità, ad esempio".

Ingegnere, ma è proprio necessario farlo sulle facciate?

"È un compromesso. L’alternativa sarebbe il sottosuolo che è già intasato da altri servizi e poi c’è un’altra questione: bisogna aprire cantieri stradali. I cittadini e i Comuni sono disposti a vivere questo disagio? Ecco perché approfittiamo di tracciati già esistenti".

In alcuni palazzi, le scatolette sono dentro gli androni. Perché non è generalizzato questo metodo?

"Il posto giusto sarebbe all’interno, ma non ci sono sempre le condizioni, o per il diniego di condomini e amministratori di condominio oppure perché bisognerebbe fare lavori. Più facile nei palazzi moderni o ristrutturati secondo le nuove leggi, che hanno cioè la cosiddetta ‘verticale’ che sale ai vari piani. Ecco, questi sono spazi già predisposti e dedicati per legge ai servizi delle telecomunicazioni".