REDAZIONE PISA

Castellina, commissariato il Comune

Decisione dopo le dimissioni di sei consiglieri di maggioranza. Panicucci: "I lavori pubblici? Solo un pretesto"

Dimissioni in massa (parliamo di sei consiglieri di maggioranza su sette) che hanno portato dritto verso la strada del commissariamento il Comune di Castellina Marittima. Ruggini mai sopite divenute una guerriglia intestina fra l’ex sindaco Manolo Panicucci (appoggiato dal Pd e dalle forze di centrosinistra) e la sua compagine: un rapporto politico sfilacciato che ha portato al grande strappo. Dopo il consiglio comunale dello scorso giovedì, ecco materializzarsi l’ufficializzazione del commissariamento da parte del prefetto di Pisa Giuseppe Castaldo: a seguito delle dimissioni rassegnate dai sei consiglieri comunali, il prefetto ha dunque sospeso il consiglio comunale fino all’emanazione del decreto di scioglimento del presidente della Repubblica. Il Prefetto ha contestualmente nominato il commissario prefettizio per la provvisoria gestione del Comune, ossia la dottoressa Alessandra Petronelli, viceprefetto aggiunto e vice capo di Gabinetto della Prefettura di Pisa, cui adesso sono attribuiti i poteri del sindaco, della giunta e del consiglio comunale. Una situazione che è esplosa con la forza di un detonatore negli ultimi giorni, nonostante i dissapori in maggioranza fossero divenuti pane quotidiano. Tanto da portare Panicucci a annunciare di voler dimettersi: mossa anticipata dagli ex sei sodali (Elena Bettacchi, Marco Chiellini, Lara Del Ghianda, Tommaso Giari, Lorenzo Giannino e Elena Tozzi) che hanno lasciato l’incarico prima del sindaco portando, di fatto, allo scioglimento del consiglio e alla gestione tramite commissariamento prefettizio. Il pomo della discordia, che i consiglieri dissidenti hanno sviscerato in una lettera, è da ricercarsi in uno scontro con l’ex sindaco sul fronte dei lavori pubblici: una bretella di collegamento fra due strade principali e la volontà di non portare a compimento il piano operativo comunale. "I lavori pubblici sono stati solo un pretesto – spiega Panicucci – ho spiegato loro in tutte le salse che la bretella di collegamento, opera importante ma onerosa, poteva rimanere un progetto congelato. La realtà dei fatti è che i sei consiglieri avevano un altro obiettivo: tenere sotto scacco il sottoscritto e i miei due assessori fino a fine legislatura, nel 2022. Un ricatto per indebolirci e per intralciare i lavori necessari per il Comune. Mi sono rivolto anche alla segreteria provinciale del Pd, pur non essendo più iscritto, per un’opera di mediazione che non è andata a buon fine". Nuove elezioni sono attese nell’ottobre 2021, pandemia permettendo. Panicucci, con tutta probabilità, si ripresenterà alla tornata elettorale. "Non escludo di ricandidarmi – dice – con l’appoggio esterno del Pd e delle forze di centrosinistra".

I.P.