Caso Ragusa, spunta una nuova pista: "Il corpo di Roberta murato in un casolare"

A riaccendere i riflettori sul mistero della mamma di Gello, il programma tv "Pomeriggio Cinque" condotto da Barbara D’urso. Intanto il nuovo legale di Antonio Logli studia le carte a caccia di elementi per la riapertura del processo

Roberta Ragusa

Roberta Ragusa

Pisa, 21 dicembre 2019 - Un casolare abbandonato, per anni un bivacco a cui si accede solo attraverso un buco in una parete, tutte le finestre sono state murate. Dentro vecchi mobili, materassi, libri, sporco. E’ qui che potrebbe essere stato occultato il corpo di Roberta Ragusa? Siamo a Cascina, sulla strada che porta a Pontedera, a una quindicina di chilometri da Gello ed a cinque dal luogo dove Antonio Logli ha fatto il servizio militare. E’ "Pomeriggio Cinque", condotto da Barbara D’Urso a riportare sotto i riflettori il caso partendo da un post del giornalista Fabrizio Peronaci che giorni fa spiegava su Facebook: "La ricerca dei resti di Roberta Ragusa non si ferma. Un gruppo di persone impegnate anche nel mondo del paranormale (spesso consultato dagli investigatori nei casi di gialli particolarmente complessi) dopo aver perlustrato un pozzo nella tenuta Malenotti, distante poche centinaia di metri da casa Logli, ha individuato un nuovo luogo dove potrebbero essere state occultate le spoglie della sventurata imprenditrice di Gello". E’ possibile che i resti di Roberta Ragusa, scomparsa la notte tra il 12 ed il 13 gennaio del 2012, siano "murati in quella casa"? "Ipotizzando che il Logli abbia avuto tutto il tempo necessario dalla mattina in cui ha presentato la denuncia della scomparsa della moglie, si presume che abbia avuto anche tutto il tempo per portare via il cadavere, condurlo in una delle tante case abbandonate nella zona, come quella che stiamo attentamente monitorando, e sbarazzarsene", riporta il gruppo investigativo di Peronaci. A riaccendere le telecamere sul giallo sono state sia le motivazioni con cui la Cassazione ha mandato definitiva la condanna di Logli a 20 anni di carcere per l’omicidio e la distruzione del cadavere della moglie, sia la nomina di un nuovo avvocato, Enrico Di Martino, intervistato anche da Quarto Grado. Il legale non ha visto il servizio sulla pista del casale abbandonato, e precisa: "se ne sono dette tante, si è parlato del pozzo, del forno, ora apprendo del casale...". "Stiamo lavorando – precisa il legale – vediamo se e come emergeranno delle novità". "Stiamo valutando due strade: il ricorso alla Corte di giustizia europea per i diritti dell’uomo, e il procedimento di revisione del processo. L’uno non esclude l’altro. Ogni azione verrà dopo un attento studio delle motivazioni della Cassazione. Dopo non escludo alcuna ipotesi". Obiettivo: la ricerca di quella novità – una nuova testimonianza? – che da sola o messa in relazione ad altri elementi già valutati – consenta la riapertura del caso.