Covid, calo di morti con la vitamina D

Lo studio coordinato dall' Università di Padova con il supporto delle Università di Parma, di Verona e gli Istituti di Ricerca CNR di Reggio Calabria e Pisa

Covid

Covid

Venezia, 19 gennaio 2021 - Il trattamento con la vitamina D in pazienti con comorbidità fa diminuire i decessi e i trasferimenti in terapia intensiva. Lo studio, che evidenzia scientificamente l'effettivo ruolo della vitamina D sui malati di Covid-19, è stato coordinato dall' Università di Padova con il supporto delle Università di Parma, di Verona e gli Istituti di Ricerca CNR di Reggio Calabria e Pisa e pubblicato sulla rivista Nutrients. Attualmente non vi sono molte informazioni su come la vitamina D possa influire sull'insorgenza ed il decorso della malattia nota come Covid-19.

Lavori scientifici hanno associato l'ipovitaminosi D a una maggiore esposizione alla malattia ed alle sue manifestazioni cliniche più aggressive. Poco era, invece, noto sugli effetti dell'assunzione di colecalciferolo (vitamina D nativa) in pazienti già affetti da Covid-19. Una recente ricerca francese aveva suggerito che la terapia con colecalciferolo, assunta nei mesi precedenti il contagio, potesse favorire un decorso meno critico in pazienti anziani fragili affetti da Covid-19. Lo studio mostra come la somministrazione di vitamina D in soggetti affetti da Covid-19 con comorbidità abbia potenziali effetti positivi sul decorso della malattia. «I pazienti della nostra indagine, di età media 74 anni - spiega Sandro Giannini dell'Università di Padova - erano stati trattati con le associazioni terapeutiche allora usate in questo contesto e, in 36 soggetti su 91 (39.6%), con una dose alta di vitamina D per 2 giorni consecutivi. I rimanenti 55 soggetti (60.4%) non erano stati trattati con vitamina D». Lo studio aveva l'obiettivo di valutare se la proporzione di pazienti che andavano incontro al trasferimento in Unità di Terapia Intensiva e/o al decesso potesse essere condizionata dall'assunzione di vitamina D. Durante un periodo di follow-up di 14 giorni circa, 27 (29.7%) pazienti venivano trasferiti in Terapia Intensiva e 22 (24.2%) andavano incontro al decesso. Nel complesso, 43 pazienti (47.3%) andavano incontro a «Decesso o Trasferimento in ICU».