Caso Ragusa."Ci sono gli elementi per il processo. Il cadavere? Non credo sia lontano"

La criminologa Roberta Bruzzone su Roberta Ragusa

Roberta Bruzzone

Roberta Bruzzone

Pisa 20 marzo 2016 - Nel caso Ragusa, come in ogni grande fatto irrisolto di cronaca nera, sono tante le coincidenze, vere o presunte. Una è legata al nome di Ragusa. Roberta, la donna scomparsa nel nulla quel gennaio freddo e maledetto che si portò via lei, oltre a 32 persone a bordo della Costa Concordia naufragata nella stessa notte. Roberta Bruzzone è la criminologa che molto si è spesa su questa vicenda seguita da tutta Italia: personaggio tv e psicologa forense. Sull’accoglimento dei ricorsi da parte della Cassazione ha le idee chiarissime. Se lo aspettava? «In tempi non sospetti, avendo esaminato i ricorsi, avevo detto che il margine c’era. La ritengo una decisione davvero importante per una storia seguita con interesse dal Paese. Ho sempre pensato che il lavoro della Procura meritasse di essere discusso». Quali scenari si apriranno? «Gli elementi per andare in dibattimento ci sono. E l’ipotesi che il giudice per l’udienza preliminare si sia spinto oltre il suo compito è condivisibile. Ora ci sarà il vaglio di un nuovo giudice». Donna... «Farà le sue valutazioni. Dal proscioglimento pronunciato da Laghezza il 6 marzo 2015, ci sono elementi in più. Il famoso avvistamento, considerato dallo stesso giudice, in realtà nel frattempo è stato verificato: la donna assomiglia a Roberta, ma non è lei».  Eppure il cadavere non è mai stato trovato. Dove può essere? «In scenari del genere di solito non è mai molto lontano». Ma il territorio vicino casa è stato scandagliato a lungo... «Anche Elena Ceste era stata cercato ovunque, eppure si trovava a 800 metri dall’abitazione». Determinante il ritrovamento? «Per l’insegnante Francesca Benetti, sparita nel Grossetano, il primo processo si è chiuso con l’ergastololo per l’indiziato numero uno, nonostante l’assenza del corpo, così come per Guerrina Piscaglia, siamo al processo». Se anche si rinvenisse un osso, sarebbe utile alle indagini? «Stiamo parlando di una scomparsa di oltre 4 anni fa. Difficile trovare qualcosa di intatto. Solo un’eventuale scatola cranica lesionata potrebbe aiutare...».  Lei che idea si è fatta? «Sono concorde su quanto ipotizzato dalla Procura: un omicidio con distruzione del cadavere».  Che cosa sarebbe accaduto quella sera? «Probabilmente, come sostiene l’accusa, ci fu un forte litigio: Roberta forse scoprì l’identità dell’amante» La causa della morte? «Strangolamento. Non sono state trovate tracce di sangue».  Ma sono stati fatti i rilievi. «Dopo un mese e mezzo. La tempestività non è stata delle migliori».  Si parla poco dei figli della donna. Che ruolo avranno? «In caso di processo, il più grande verrà sentito a seconda del rito».