
La velocista pisana Anna Bongiorni, classe ‘93, è in odore di partecipare alle prossime Olimpiadi di Tokyo. Tra le atlete di punta della Nazionale di Atletica, è figlia dell’ex velocista Giovanni Bongiorni, racconta i suoi sogni e le speranze in vista della rassegna olimpica, grazie alla gentile concessione dell’Arma dei Carabinieri, di cui fa parte.
Bongiorni, il suo maggio è iniziato molto bene con la vittoria delle World Relays in Polonia nella 4x100 femminile
"Sì. non ci aspettavamo di vincere, speravamo nel podio, ma le cose si sono indirizzate sul binario giusto vincendo questa finale. È stata una bella emozione proprio perché inattesa".
Qual è la situazione della staffetta per le Olimpiadi?
"Con la staffetta eravamo già qualificate dal 2019, avevamo fatto i mondiali di Doha in cui era in palio la qualificazione olimpica, poi col Covid hanno aggiunto i World Relays in Polonia di inizio maggio, per permettere anche ad altre nazioni di qualificarsi, ma noi abbiamo comunque partecipato sia per la qualificazione ai successivi mondiali del 2022, per prepararci in vista della rassegna olimpica".
Come atleta individuale invece il percorso è più complicato.
"Sì, ci sto provando tramite il ranking, partecipando a più gare possibili e cercando di ottenere in questo modo la qualificazione. Non è una cosa banale, perché in tanti stanno provando questa via e raggiungere il tempo minimo è molto complicato".
Un sogno olimpico che con il Covid rischiava di infrangersi lo scorso anno.
"All’inizio è caduto il mondo addosso a tutti, anche se come atleti siamo abituati ad essere messi a dura prova. L’anno scorso è stato il mio momento migliore, ho fatto i miei record personali, e anche se è stato comodo avere un anno in più, non si sa mai cosa può succedere nel frattempo. Come staffetta nel 2016 ci era sfuggita la qualificazione e veder eventualmente sfumare anche questa Olimpiade sarebbe stato troppo".
Può essere l’Olimpiade che riassume la sua vita?
"Sì, io ho partecipato a tantissime gare, fin da bambina, mi manca solo partecipare ai giochi olimpici. Spero di poter essere nella formazione titolare della staffetta, stiamo lavorando per questo". Cosa farà, al termine della sua carriera? "Penso che mi allontanerò da questo sport direttamente, una volta raggiunti i miei obiettivi penso di fare il medico, anche il medico dello sport, sfruttando la mia laurea o rimanere all’interno dell’Arma dei Carabinieri".
Cosa rappresenta per lei l’Arma?
"Sono molto grata al mio gruppo sportivo per avermi permesso atletica ad alti livelli. Senza di loro sarebbe stato impossibile fare il professionismo. Inoltre mi sono sempre stati vicino e di supporto nei momenti più duri".
Suo padre è stato una figura importantissima per lei.
"Mi sono avvicinata all’atletica proprio perché miei genitori sono stati atleti e oggi anche tecnici. Mio padre è anche il mio allenatore, assieme a Roberto Bonomi, la sua esperienza di ex atleta è stata molto importante per la mia crescita".
Chiuda gli occhi e pensi a una immagine, mentre sta calcando la pista dello stadio olimpico durante la cerimonia di apertura. A cosa penserà?
"Se sarò lì penserò ai momenti difficili, agli infortuni, a ciò che mi ha fatta arrivare a quel momento così importante nella vita di una persona, trovando la forza di non mollare e rialzarmi ogni volta che sono caduta".
Michele Bufalino