Base militare, alla scoperta delle location

Viaggio de La Nazione nell’area Expo, alla stazione Marconi, poi le Stalle del Buontalenti e la Villa Medicea. Tanti progetti e quel che ne resta

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di Gabriele Masiero

L’Area Expo a Ospedaletto per disinnescare l’insediamento militare dei carabinieri a Coltano. Ma le quattro ipotesi destinate ad alimentare il tavolo istituzionale, almeno stando alle dichiarazioni politiche degli ultimi giorni, oggi appaiono come luoghi da troppo tempo abbandonati. L’area di Ospedaletto è l’unica fuori dal parco, ma è tornata nevralgica solo da quando la Regione l’ha individuata come ’drive trough’ per i tamponi Covid, prima era stata al centro di pensose riunioni sul suo utilizzo, quasi tutte finite in un nulla di fatto. La musica non cambia, se fai un giro nella tenuta di Coltano, anzi. La stazione Marconi è da decenni un tugurio circondato dai rovi. Tetti sfondati sopra lo scheletro di una palazzina che ha fatto la storia, ma che ora è un rottame di cui nessuno sa più che farsene. I recenti tentativi di recuperarla sono caduti nel vuoto: nell’ottobre scorso il Comune ha celebrato i 90 anni del segnale telegrafico partito proprio da Coltano e grazie al quale si accese la statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro. Oggi il presidente della Regione Eugenio Giani è pronto a usarla come moneta di scambio con la Difesa per restituirla a nuova vita nell’ambito del maxi progetto di una base militare che a Pisa raggruppi i corpi d’élite dell’Arma dei Carabinieri: Gis, Tuscania, nucleo regionale cinofili e neo costituito reparto di tutela della biodiversità. Il pannello turistico posizionato dalla Pro Loco davanti all’immobile fatiscente è anch’esso semicoperto da erbacce e il Qr code cui rimanda per una visita digitale è malinconicamente non funzionante. Tutti, da questi parti, hanno a cuore l’ex centro radio, ma nessuno ha saputo conservare un bene che racconta la storia del genio italico. Qualche centinaio di metri più in là, nel cuore del borgo rurale, le Stalle del Buontalenti, altro edificio regionale che Giani vorrebbe offrire all’Arma, cadono a pezzi. L’immobile è circondato da una rete per evitare pericolose intrusioni e per tenere lontani i curiosi da un luogo pericolante, senza infissi e con i solai del tutto ammalorati. Nel 2019 la Pro Loco tentò il colpo della vita: mettere insieme una cordata di imprenditori per trasformarlo in una struttura polifunzionale che tenesse insieme la storia agricola e artigianale del territorio con giovani startup: servivano 10 milioni, non se ne è fatto di nulla. La vicina Villa Medicea è un’altra location che Regione e Parco offrono ai carabinieri: oggi ospita un mini museo marconiano e la bacheca esterna ricorda trionfalisticamente anche le 18mila firme raccolte per salvare la Stazione Marconi, seconda classificata tra i Luoghi del Cuore del Fai. Era il 2020, oggi è solo una pagina ingiallita. E’ aperta di rado e visitata ancora meno. Idee, proposte, chiacchiera e suggestioni. Ma mai un progetto, vero e proprio. Ecco perché la vicenda della base militare dei carabinieri dovrebbe suggerire alle istituzioni soluzioni definitive per salvaguardare un patrimonio pubblico in disuso da troppo tempo.