Figlia 'venduta' al pedofilo in cambio di cocaina

Genitori davanti al gip. Per il pm sapevano delle intenzioni del pusher pedofilo

Pedofilia

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Pisa, 4 aprile 2019 - Davanti al giudice. Il 26 aprile prossimo, approda dal gip del tribunale di Firenze, Anna Liguori, il terribile caso della bambina che i genitori avrebbero «venduto» al pedofilo in cambio della cocaina.

Una storia atroce, che ha avuto per teatro un rione popolare pisano, ma dai contorni ancora poco nitidi: per questo, gli stessi imputati, aspettano l’udienza «filtro» per vedere vincere le proprie ragioni. C’è una netta frattura fra le posizioni e le versioni dei tre indagati dalla procura di Firenze, competente per questo tipo di reati. Da una parte i due genitori, che hanno ribadito, anche pubblicamente, di essere vittime quanto la loro piccina, che all’epoca aveva appena quattro anni. Dall’altra l’uomo che avrebbe approfittato della bimba e che accusa a sua volta i genitori di abusi. Abitavano a pochi metri di distanza.

Secondo le accuse del pubblico ministero Eligio Paolini, la coppia (che ha quattro figli, anche se uno da una precedente unione) sarebbe stata consapevole delle intenzioni del vicino di casa; eppure, dicono ancora le accuse, avrebbero mantenuto la figlia in uno stato di soggezione e avrebbero consapevolmente violato i doveri di protezione e garanzia derivanti dal loro ruolo di esercenti la responsabilità genitoriale. Il padre e la madre, rispettivamente di 37 e 27 anni, difesi dagli avvocati Niccolò Lombardi Sernesi e Letizia Merciai, convocati dagli inquirenti, anche se si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, sostengono una tesi differente, opposta a quella della procura. E cioè che sarebbero stati loro, il giorno in cui la bambina sarebbe finita nelle mani del pedofilo, ad accorgersi che qualcosa non andava e a denunciare tutto alla polizia. Era il 15 ottobre del 2016. Il vicino di casa, con il pretesto di regalare dei giochi che aveva in cantina, convinse la madre della piccina a lasciarla da lui.

Rimasero soli per un po’, e al rientro a casa i genitori s’insospettirono perché loro figlia aveva le mutandine infilate al contrario. Sapevano o non sapevano? Che rapporti c’era con il vicino? Al giudice la (prima) risposta ai tanti interrogativi. Nel frattempo, il tribunale dei minori ha tolto alla coppia – nota per problemi di tossicodipendenza – tutti i loro figli.