REDAZIONE PISA

Archivio di Stato, lo spettro della chiusura

La direttrice ad intermin, Jaleh Bahrabadi, resterà a breve l’unica funzionaria. Su un organico di 20, gli effettivi da dicembre saranno solo 6

Una dietro l’altra, in tutta Italia, stanno chiudendo istituzioni storiche e fondamentali per la conservazione della memoria di un intera nazione, gli Archivi di Stato. La drastica riduzione di servizi al pubblico e delle sale studio sembra quasi un preludio alla definitiva chiusura. Se in altre città italiane la chiusura di alcune sezioni separate è già irreversibile, da tempo si rincorrono le voci sulla possibile fine anche dell’Archivio di Pisa, nel bellissimo Palazzo Toscanelli. Non c’è nulla di certo né di confermato, ancora, ma la situazione è comunque drammatica e impensierisce moltissimo i tanti fruitori di questo straordinario deposito di documenti e manoscritti della storia secolare di Pisa.

Da gennaio, la direzione dell’archivio pisano è affidata ad interim a Jaleh Bahrabadi, pisana, che ha però la titolarità dell’Archivio di Lucca. La direttrice si divide quindi tra due città e faticosamente porta avanti, con il pochissimo personale rimasto, un lavoro impegnativo che richiede concentrazione e competenze su più fronti: dall’amministrazione alla comunicazione, dalla ricerca alla tutela e alla valorizzazione. Per non parlare dei salti mortali per gestire le risorse che il Ministero della Cultura mette a disposizione per interventi strutturali e di restauro per la cui pianificazione mancano appunto le forze. La logica porta a una constatazione: archivi, musei, biblioteche sono luoghi da tutelare a parole quando vengono usati per passerelle e autorappresentazioni ma, cessate queste, si chiudono gli occhi sulle difficoltà della loro vita quotidiana, dei loro bisogni, della loro sopravvivenza.

Da dicembre, Bahrabadi, se le sarà rinnovato l’interim da direttrice, resterà l’unica funzionaria dell’Archivio di Stato, perché l’ultima collega funzionaria andrà in pensione: da quasi 20 dipendenti previsti in organico ne resteranno 6. Pochi tecnici, tra i quali anche un fotografo sono le forze su cui l’Archivio di Stato potrà contare dal 2022. "La situazione è drammatica – commenta la direttrice –, non solo per la carenza di personale non integrato dopo i pensionamenti, ma anche perché viene meno quel passaggio di consegne dagli anziani ai giovani che, per luoghi come archivi e biblioteche, era una eredità importante da preservare".

La situazione incerta dell’Archivio pisano non impedisce alla direttrice di programmare e guardare innanzi, come a dimostrare che la voglia e l’entusiasmo non mancano e che Palazzo Toscanelli vuole continuare a vivere. È di questi giorni la mostra su Dante e Pisa che ha aperto, per la prima volta al pubblico, il bellissimo Salone della musica al secondo piano, dove ai lavori per la nuova illuminazione seguiranno quelli per il restauro degli affreschi. L’obiettivo è renderla a tutti gli effetti sede espositiva. E ancora: "Abbiamo vinto – spiega la direttrice – con il Dipartimento Civiltà e Forme del sapere un progetto che, grazie alla Fondazione Pisa, ci permetterà di inventariare un fondo unico, come quello dei Consoli del Mare. Insomma, realtà come questa non possono chiudere, sarebbe una perdita per l’intero tessuto di una città". Intanto martedì a Pisa è attesa proprio la direttrice generale Buzzi in visita istituzionale.

Eleonora Mancini