Aggressioni agli agenti in carcere: "Tuteliamo la dignità di chi lavora"

Il grido della Polizia Penitenziaria di Pisa: "La presenza dello Stato deve essere riaffermata con decisione"

Aggressioni agli agenti in carcere: "Tuteliamo la dignità di chi lavora"

Aggressioni agli agenti in carcere: "Tuteliamo la dignità di chi lavora"

"Finché non si riaffermerà la presenza dello Stato non cesseranno le aggressioni ai nostri agenti. Deve essere ripristinata l’ormai persa dignità lavorativa della Polizia Penitenziaria". È un grido disperato quello dell’Unione Italiana Lavoratori della Pubblica Amministrazione (Uilpa) Polizia Penitenziaria di Pisa, alla luce del nuovo atto di violenza in prigione avvenuto in città la mattina del 19 aprile, quando un detenuto italiano ha aggredito con disumana violenza una guardia carceraria, colpendola inaspettatamente al volto e al corpo con diversi calci. Una ferocia inaudita contro l’agente che è stato trasportato d’urgenza al Pronto Soccorso, dove è stato ricoverato con dieci giorni di prognosi. Un epilogo che poteva essere ancora peggiore se non fosse stato per l’intervento di altri detenuti che hanno protetto la guardia quasi esanime, mettendo in fuga l’aggressore.

Una drammatica situazione che il sindacato della Polizia Penitenziaria ha definito causa "dell’inefficienza del sistema", per colpa del quale "ogni giorno nelle carceri - scrive in una nota la Segreteria Provinciale di Pisa della Uilpa - si registra un vero e proprio bollettino di guerra, con feriti, per la violenza scatenata da detenuti di fatto vittime anche loro dell’inefficienza del sistema e abbandonati a sé stessi al pari degli operatori. Servono dunque interventi urgenti ed equilibrati, quanto tangibili: la presenza dello Stato deve essere riaffermata". Il sindacato però ribadisce la necessità di non essere indifferenti, tanto alla condizione delle guardie carcerarie, quanto a quella dei detenuti: "Non si può continuare a restare inermi a fronte di omicidi, suicidi, e disumane aggressioni. Le aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria sono aumentate esageratamente – denuncia il sindacato – causando inoltre una incertezza nell’animo professionale ed emotivo del personale a svolgere le proprie mansioni lavorative. L’istituto Pisano ora necessita di un Direttore in pianta stabile e in via continuativa. In primis il Provveditorato – conclude Uilpa – e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, il Ministro della Giustizia e il Governo tutto, non possono abdicare al rispettivo ruolo".