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Agbalt: psicologi in corsia. Sostegno ai piccoli malati

Presentato il progetto per i pazienti dell’Oncoematologia pediatrica. Servizio di assistenza garantito al Santa Chiara grazie alla Fondazione Pisa. .

Agbalt: psicologi in corsia. Sostegno ai piccoli malati

di Alessandra Alderigi

PISA

Quando un bambino si ammala, si ammala tutta la famiglia. E’ un percorso lungo e difficile quello che si trovano ad affrontare i genitori dei piccoli pazienti dell’Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa: un momento che arriva all’improvviso e che con una diagnosi scardina certezze e prospettive, che rende vulnerabili e bisognosi di cure oltre che mediche anche dedicate alla "persona", all’anima, alla capacità di trovare la forza per affrontare uno scoglio durissimo. L’Associazione Genitori per la cura e l’assistenza ai Bambini affetti da Leucemia o Tumore, che da anni si occupa di dare supporto alle famiglie dei bambini malati, ha presentato il progetto ‘Psicologi in corsia’, oggetto del prezioso sostegno della Fondazione Pisa.

Presenti il presidente Agbalt Mirko D’Aversa, il presidente di Fondazione Pisa Stefano Del Corso, la psicologa Elena Amore, Maurizio Sbrana (presidente Isola dei Girasoli), e la dott.ssa Sayla Bernasconi (medico U.O. Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa).

Grazie all’importante contributo della Fondazione Pisa, l’associazione oggi è in grado non solo di garantire la costante presenza di uno specialista all’interno dell’ambiente ospedaliero ma favorisce l’implementazione dei servizi di supporto psicologico, sviluppando ulteriormente la centralità del paziente. "I ragazzi vengono presi in carico dalla psicologa dal momento della diagnosi- spiega D’Aversa- non solo loro ma anche i familiari, per cercare un percorso di sostegno a 360 gradi". Per mezzo del sostegno riconosciuto dalla Fondazione Pisa, il progetto si amplia e prevede la possibilita’ di implementare la presenza in reparto della Psicologa, un servizio che sarà esteso anche ai volontari attraverso corsi di formazione specifici e incontri individuali finalizzati alla gestione dell’impatto emotivo e delle relazioni con gli ospiti delle strutture d’accoglienza.

"Il supporto psicologico serve anche a rendere meno impattante la quotidianità che per queste famiglie si svolge prevalentemente in ambiente ospedaliero- afferma la dottoressa Bernasconi- un luogo dove non è consueto svolgere la propria vita, una difficoltà che si aggiunge a quella della malattia di un figlio". Dal 2017 la disciplina psicologica è entrata a far parte dei Lea, i livelli essenziali di assistenza: "negli ultimi decenni la figura dello psicologo ha assunto un’importanza sempre più rilevante nella cura delle malattie oncologiche- ha affermato la dottoressa Amore- bisogna ricordare sempre che non si deve curare solo la malattia ma avere "cura" della persona".