
E’ venuto a mancare ieri mattina, all’età di 76 anni, per motivi non legati al Covid, Mario Maltinti. Con lui se ne va la Folgore più genuina e più bella di sempre. Una pietra miliare del club giallorosso, un pilastro per decenni, della pallavolo toscana. Saremmo quasi tentati di dire “se ne va la Folgore”, ma non lo facciamo per il doveroso rispetto per gli attuali dirigenti. Alcuni di loro saranno cresciuti alla sua scuola giallorossa, quella di un grande dirigente, appassionato e diretto, di un ex presidente e di un general manager innamorato, fin dagli Sessanta, del volley nazionale. Maltinti era conosciutissimo in Toscana ed in Italia. I grandi club degli anni ’70, ’80 e ’90, erano stati i suoi ospiti d’onore al Trofeo Stacchini.
Con lui la classica manifestazione era divenuta, a livello nazionale, una tappa cruciale. I big erano tutti di scena al Fontevivo. Maltinti, per lustri, ha incarnato il significato della Folgore e dello Stacchini. Dopo don Vinicio Vivaldi è stato lui il secondo presidente del club, guidandolo con un amore sviscerato, coinvolgendo decine di maschi e femmine, prima al “Parrocchiale”, il vecchio campino all’aperto e poi al Fontevivo. Proprio il “Parrocchiale” è stato il trampolino di lancio della Folgore. Da lì sono passati ottimi giocatori come Maggiorelli, Marrucci, Centi ed altri. Nella primavera del 1974 la Folgore sfiorò la promozione in serie B cedendo ad un forte Cecina. Maltinti aveva fatto in casa quello squadrone, con tanti ragazzi del Pinocchio. I derby con i “Lupi” di Santa Croce furono poi la parte più coinvolgente, negli anni Settanta, per la grande rivalità fra due scuole di pensiero e due stili di vita diversi. La stima reciproca non è mai mancata e ieri, tanti “Lupi” di vecchia data, ricordavano con affetto Mario, ex compagno di scuola e, negli anni, impiegato della Cassa di Risparmio.
Marco Lepri