Accordo Navicelli-Cnr per "ripulire" i fanghi

Progetto per riutilizzare i sedimenti di dragaggio nel florovivaismo e in agricoltura. Pisano: "Guardiamo ad ambiente ed economia circolare"

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I sedimenti di dragaggio del canale dei Navicelli possono diventare una risorsa per il florovivaismo e l’agricoltura. E’ l’obiettivo di un’intesa appena raggiunta tra la Navicelli, la società di gestione del canale omonimo e della Darsena pisana, con l’Iret-Cnr, l’istituto di ricerca pisano sugli ecosistemi terrestri, per il loro recupero con tecnologie fisiche e biologiche. In sostanza, spiega una nota della municipalizzata, "nei sedimenti che presentano tracce di idrocarburi (pur in quantità ben al di sotto dei limiti di legge consentiti), queste contaminazioni verrebbero mitigate usando tecnologie biologiche di decontaminazione". Successivamente a questi fanghi verranno applicati i protocolli sviluppati dall’istituto di ricerca pisano nel corso di due progetti europei: Life Agrised e Life Susbsed. "Il primo - spiega Grazia Masciandaro, responsabile dei progetti per il Cnr - offre una soluzione replicabile ed economicamente sostenibile per l’impiego dei sedimenti dragati dopo compostaggio con scarti verdi per la produzione di un substrato utilizzabile nel vivaismo, mentre il secondo ha sviluppato protocolli per l’applicazione di biotecnologie come il landfarming per il miglioramento chimico, fisico e biologico della matrice dragata". La collaborazione, aggiunge Salvatore Pisano amministratore unico di Navicelli, serve "a dotarci di valide alternative al conferimento in discarica di questi sedimenti, che ha costi altissimi, e a realizzare una sorta di ‘economia circolare’ trasformando i fanghi in terra da riutilizzare in ambito industriale e per aree verdi".

Soluzioni, osserva Masciandaro, "fondamentali per sviluppare pratiche gestionali capaci di riutilizzare i sedimenti provenienti dal dragaggio di ambienti acquatici in contesti che oggi la normativa italiana non ha ancora valutato diventando quindi un’alternativa sostenibile ed economica al loro smaltimento". "E’ un progetto ambientale - sottolinea Pisano - che guarda al futuro. Nell’ipotesi di rimodellare l’alveo del canale per predisporlo al meglio agli scafi di nuova generazione avremmo grandi quantitativi di fanghi da ricollocare e non sarebbe possibile portarli tutti in discarica. In questo modo potremmo riqualificarli nelle pertinenze del canale avviando un virtuoso meccanismo circolare". Navicelli e Cnr potrebbero avviare a breve una sorta di secondo step del progetto, prevedendo che la terra recuperata con trattamenti biologici possa essere utilizzata anche per giardini e aree di coltivazione. "Ci confermiamo - conclude - realtà attenta all’ambiente e alla qualità dell’acqua. Ma anche una società che guarda al futuro e che collabora con il mondo della ricerca".