REDAZIONE PISA

24 settembre 2018: l’inferno nella Valgraziosa . A febbraio inizia il processo in corte d’appello

Sul banco degli imputati l’ex volontario Aib Giacomo Franceschi, condannato in primo grado a 12 ann

Quando i monti pisani bruciano, ormai salta subito alla mente il tremendo rogo che il 24 settembre 2018 divorò quasi 1300 ettari di vegetazione. Undici le case colpite (cinque devastate) in quell’evento, 700 le persone evacuate tra Montemagno e Noce. Una ferita diventata, poi, un caso giudiziario che tornerà in aula nelle prime settimane del nuovo anno. Segnatamente a febbraio 2024 per il processo d’appello che vede sul banco degli imputati Giacomo Franceschi, 41 anni, ex volontario dell’Antincendio boschivo, condannato in primo grado dal collegio del tribunale di Pisa (presidente Dani) a 12 anni di reclusione con l’accusa di aver causato quel disastro. Un processo per incendio doloso e disastro ambientale che ha visto già in primo grado numerose parti civili: l’associazione Gva, di cui Franceschi era parte, rappresentata dall’avvocato Lorenzo Stefani; i Comuni danneggiati, quelli di Calci e Buti attraverso la penalista Laura Antonelli; il Comune di Vicopisano assistito da Silvia Fulceri e la onlus ambientalista "Lega per l’abolizione della caccia" rappresentata dal legale Valentina Angelini.

Franceschi, lo ricordiamo, anche in appello, è assistito dal penalista pisano Mario De Giorgio, che l’ha difeso con grande determinazione in tribunale a Pisa. "Quella sera non ero sul Serra, ma a casa", si era difeso Franceschi, davanti ai giudici aggiungendo: "Sono salito sul monte solo dopo". Il difensore aveva chiesto per lui una sentenza di assoluzione, per mancanza della certezza della responsabilità e offrendo al collegio un’altra lettura dei fatti. Per l’accusa, invece, le prove della responsabilità di Francechi nel rogo erano emerse nelle sue contraddizioni, nel percorso di Google Maps che i militari hanno trovato sul suo cellulare, e poi le intercettazioni e le telecamere che lo avrebbero ripreso in discesa dal monte in orario compatibile peraccendere la miccia.

Carlo Baroni