REDAZIONE MONTECATINI

Quella notte del 15 maggio: morte di Denisa, la scomparsa dopo due telefonate

La trentenne ritrovata tragicamente senza vita nella zona di Montecatini: il corpo rinvenuto dopo venti giorni in una zona di campagna. Si cerca di capire il movente. La pista di un’organizzazione criminale che voleva far entrare la donna in un giro di prostituzione

Quella notte del 15 maggio: morte di Denisa, la scomparsa dopo due telefonate

Montecatini, 4 giugno 2025 – Fuori dal residence di Prato dove si trovava, di Denisa è rimasta la Fiat Cinquecento rossa con cui era arrivata a Prato da Roma. Doveva incontrare dei clienti, con cui poi effettivamente si è vista la sera del 15 maggio. Nella morte della trentenne escort, tragicamente trovata senza vita nelle campagne di Montecatini, vittima di un omicidio, la sera del 15 maggio sarebbero avvenuti i momenti chiave della sparizione e poi del decesso. 

Quella notte del 15 maggio: morte di Denisa, la scomparsa dopo due telefonate

Secondo quanto emerso dalle indagini, Maria Denisa Adas aveva trascorso l'ultima notte in compagnia di un cliente a Prato, in un residence in via Ferrucci, dove era arrivata da tre giorni. Dopo la città toscana, sarebbe dovuta andare a Bologna per incontrare altri clienti, ma nel capoluogo toscano non è mai arrivata.

La notte del 15 maggio, dopo aver parlato al telefono con la madre alle 23:30, qualcosa cambia. Due telefonate successive, effettuate a tarda notte con un uomo di origine romena, rappresenterebbero l'ultimo contatto certo prima che il suo telefono risultasse spento.

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L'arresto del 32enne della Romania ma residente a Monsummano Terme e ora accusata di omicidio. Nel riquadro la trentenne morta

Testimoni hanno raccontato che quella sera la giovane appariva agitata: una barista ha riferito di averla sentita dire in romeno, con voce tremante, "Se vado da lui o mi vede mi ammazza". Il 17 maggio, la madre, Maria Cristina Paun, residente a Roma, ha denunciato la scomparsa. I carabinieri sono allora entrati nella stanza 101 del residence occupata dalla escort: la chiave era ancora inserita nella toppa, all'interno trovarono scarpe con il tacco, trucchi, medicinali, ma anche le valigie e i telefoni della donna spariti. Nessun segno di violenza, ma neanche elementi che indicassero una partenza volontaria. L'auto della donna, una Fiat 500, era ancora parcheggiata all'esterno, con il tagliando settimanale visibile sul cruscotto.

A quasi due settimane dalla scomparsa, le indagini dei carabinieri hanno preso una prima direzione concreta: la Procura di Prato ha iscritto nel registro degli indagati un avvocato 45enne, originario di Reggio Calabria.

L'accusa è pesante: sequestro di persona in concorso. Secondo un'amica della vittima, l'uomo - che aveva un rapporto ambiguo con Denisa - avrebbe contattato la madre della giovane, affermando che era ancora viva, ma ferita e tenuta prigioniera da una banda di romeni. L'avvocato avrebbe proposto un presunto ''accordo'' alla madre: assistenza legale gratuita in cambio di un contatto diretto con i rapitori.

Un'ipotesi che ha convinto la madre a non allertare subito le autorità. Una reticenza che le è costata cara: anche lei è stata indagata per false informazioni al pubblico ministero. Secondo fonti investigative, Denisa era già stata avvicinata da un gruppo criminale attivo a Roma che cercava di costringerla a entrare in un giro di prostituzione gestito da connazionali.

I carabinieri indagano su questo legame analizzando le celle telefoniche e due dispositivi sospetti che si sarebbero ''agganciati'' brevemente ai telefoni della vittima la notte della scomparsa. Nel frattempo, emergono sospetti anche sullo stesso avvocato calabrese: alcuni testimoni parlano di una possibile ossessione per Denisa.

Un'amica riferisce che lei lo aveva respinto più volte, e che l'uomo avrebbe orchestrato una messinscena sul presunto sequestro per manipolare la madre della vittima. Infine la tragica scoperta del cadavere della trentenne escort.

In parallelo, viene fermato un cittadino rumeno di 32 anni, Vasile Frumuzache, residente a Monsummano Terme. Decisive sono state le immagini delle telecamere di videosorveglianza, i tracciati di geolocalizzazione di una Volkswagen Golf e i tabulati telefonici. La Procura ha disposto l'autopsia per chiarire le cause della morte, e l'indagato è ora in attesa di essere interrogato. L'inchiesta resta aperta e potrebbe allargarsi ad altri soggetti coinvolti, sia per eventuali complicità materiali sia per i depistaggi che hanno ostacolato le indagini.