DANIELE BERNARDINI
Cronaca

Bonus facciate, la nuova frode. La Finanza sequestra 9 milioni

Perquisizioni locali e personali nei confronti di due indagati, uno è un architetto residente in Valdinievole

La facciata di un palazzo in ristrutturazione (foto di archivio)

La facciata di un palazzo in ristrutturazione (foto di archivio)

La guardia di finanza di Trieste ha confiscato nove milioni di euro, presunto guadagno di una maxi-truffa relativa al bonus facciate. Un architetto residente in Valdinievole e l’amministratore di una società di Massa e Carrara sono indagati per l’illecito arricchimento che avrebbero tratto grazie all’utilizzo di questo bonus. I finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Trieste, al termine di una articolata attività di indagine coordinata dalla procura di Pistoia, hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, nei confronti dei due indagati, per un totale di circa 9 milioni, relativi a crediti di imposta fittizi per il bonus facciate e al loro successivo auto-riciclaggio. Perquisizioni locali e personali sono state svolte nei confronti di due indagati, ai quali sarà notificato l’invito a presentarsi per un interrogatorio propedeutico all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nel proprio domicilio, già richiesta dal pubblico ministero.

Le indagini sono state avviate nel 2022 e hanno riguardato inizialmente una società con sede nel territorio triestino. Da qui, risalendo la filiera della cessione dei crediti d’imposta fittizi, i finanzieri sono giunti a una persona giuridica, con sede in provincia di Pistoia, che in veste di general contractor, impresa specializzata in interventi edili complessi, aveva ottenuto indebitamente il riconoscimento di ingenti crediti di imposta dal bonus facciate con comunicazioni false all’Agenzia delle entrate. Le indagini hanno consentito di svelare la simulazione del possesso dei requisiti per accedere all’agevolazione fiscale e una sovrafatturazione abnorme degli interventi edìli eseguiti, in diversi casi inesistenti. I crediti di imposta sono stati poi monetizzati, mediante la cessione a diversi istituti di credito e ad aziende private. I finanzieri hanno quindi ricostruito la filiera della cessione dei crediti d’imposta fittizi e hanno individuato la destinazione finale dell’ingente somma di denaro. È quindi emerso che i responsabili hanno reinvestito le provviste illecite in lingotti d’oro, polizze vita, orologi di pregio e anche in uno stabilimento balneare, con annesso ristorante, in una località della Versilia. Le fiamme gialle continuano l’attivita’ di repressione in merito all’uso indebito del bonus facciate. Circa un anno fa, le stime ufficiose parlavano di una cifra complessiva di 15 miliardi di euro frodati allo Stato italiano, una cifra che, in base agli ultimi riscontri sembra essere aumentata in maniera vertiginosa.

Daniele Bernardini