
Moni Ovadia: "Dobbiamo sentire le sofferenze dei palestinesi come nostre". Rossano Rossi (Cgil Toscana): "Non ci fermeremo con le mobiltazioni".
A Marina di Massa il cielo si è trasformato in una tela vibrante di colori grazie a centinaia di aquiloni lanciati in volo per un messaggio di pace e speranza. Questa iniziativa simbolica vuole rompere il silenzio e l’indifferenza di fronte agli orrori del genocidio, invitando la comunità a unirsi in un grido collettivo per la vita e la dignità umana. Sono stati tanti i partecipanti che, uniti, hanno voluto portare un messaggio diretto nella piazza Bad Kissingen, Lungomare di Levante: “Basta guerra, basta genocidio, è ora di fare la pace”. L’iniziativa ’Aquiloni per Gaza’, promossa da Gaza FuoriFuoco Palestina, Cgil Toscana, Libera Toscana e Arci Toscana, Amnesty, e tanti altri, riunisce voci del mondo della cultura, del giornalismo, dell’attivismo e della musica per esprimere solidarietà alla popolazione di Gaza. Hanno aderito oltre 70 fra associazioni e partiti.
"Questa iniziativa è molto importante perché è un segnale che, anche se tardi, il mondo si è svegliato, e soprattutto dimostra che la popolazione nell’Europa madre della civiltà e dei diritti umani non è uguale ai propri governi – così si esprime per La Nazione il giornalista palestinese Safwat Kahlout – E’ arrivato il momento di passare ai fatti oltre che solo alle parole di condanna, e bloccare invii di armi e gli accordi di collaborazione con Israele, senza averne più paura, e pensare alle migliaia di bambini uccisi dalle stesse armi che abbiamo inviato". Presente anche, fra gli altri, Moni Ovadia: "Dobbiamo amare le persone palestinesi – ha detto – sentire le loro sofferenze come fossero le nostre e continuare a sostenerle senza sosta". Rossano Rossi, segretario generale della Cgil Toscana: "Bisogna fermare il massacro, non ci fermeremo con le mobilitazioni". Anche per Giancarlo Albori, di Gaza Palestina FuoriFuoco e presidente provinciale dell’Anpi, questo evento è importante: "A Gaza nella tragedia vi è un ulteriore tragedia, perché la popolazione è molto giovane e ci sono una marea di bambini oltre a quelli morti e a quelli che stanno morendo di fame che saranno mutilati, feriti, orfani e soli. Quindi è l’ora di dire basta a questo genocidio".
"Per noi ogni evento di questo tipo è importante perché ci aiuta a creare e diffondere una coscienza e una cultura della pace – afferma don Maurizio Manganelli direttore della Caritas diocesana –. Serve che ognuno sia sensibile a questa tema e che faccia in piccolo la sua parte sia i cittadini che gli stati ;a davanti a una tragedia di questa portata non ci si può fermare alle divisioni religiose e politiche". Molti cittadini presenti hanno espresso, tra un aquilone e l’altro, la loro solidarietà e sostegno alla popolazione palestinese e richiamano all’urgenza di azioni immediate per fermare questo orrore.
Vjollca Cumraku