ALESSANDRA POGGI
Cronaca

Stadio, carrozzelle penalizzate: "Gli spazi non bastano"

Laquidara torna a chiedere un’area a norma per i tanti giovani relegati nel ’pollaio’

Laquidara torna a chiedere un’area a norma per i tanti giovani relegati nel ’pollaio’

Laquidara torna a chiedere un’area a norma per i tanti giovani relegati nel ’pollaio’

Lanmarco Laquidara torna sulla questione del settore disabili allo stadio dei Marmi. E lo fa dopo l’incontro con la Consulta disabilità. "È inutile fare riunioni per far credere di essere aperti e disponibili, se poi si pretende di comunicare decisioni già prese e non ci si sposta dai propri propositi - scrive Laquidara -. Il problema dell’accesso dei disabili allo stadio avrebbe potuto essere risolto con poche migliaia di euro, già al momento dei lavori di manutenzione straordinaria della tribuna un anno e mezzo fa. Bastava includere nei lavori un montascale, una piattaforma elevatrice o un ascensore, ma nonostante io avessi avvertito l’amministrazione che i lavori di manutenzione straordinaria debbano sempre comprendere la realizzazione di un accesso per i disabili non si volle far nulla. Venne così realizzato un piccolo gazebo con tetto in tela, dentro al quale pioveva. La posizione era infame, ma speravamo fosse provvisoria. Finiti i lavori della tribuna molti disabili si trasferirono negli spazi, oggi interdetti, sotto la tribuna e che potevano davvero essere una accettabile soluzione benché provvisoria - prosegue Laquidara -. In seguito, il piccolo gazebo in tela è stato sostituito da una struttura più solida e meno brutta, l’attuale ‘pollaio’ in cui sono confinati i disabili. La posizione continua ad essere infame, e la visibilità è stata ulteriormente peggiorata dalla grata che impedisce di fatto di seguire la partita. Con la promozione in serie B – prosegue Laquidara – il numero dei disabili è cresciuto con quelli delle squadre avversarie.

L’amministrazione dovrà realizzare, per rispettare le leggi, diversi altri posti oltre agli 8 fatti ad oggi. Ma la cosa più carina e originale, a proposito dell’accesso, è quanto è successo in passato quando avevamo sollecitato la realizzazione dell’ascensore e ci era stato risposto che era proibito - conclude Laquidara –. Per chi come noi frequenta gli stadi di tutta Italia l’affermazione è più che ridicola, visto che solo per fare alcuni esempi a Genova, Empoli, Pontedera e Pistoia per accedere al settore disabili si utilizza un ascensore. E allora viene da chiedersi se a Carrara la mancata risoluzione dei problemi dipende dalla incapacità o dalla cattiva volontà di chi ci governa".