Un bel silenzio non fu mai scritto, si sa. Ma lo si può dipingere. Una teoria che sarà dimostrata da Federico Maria Sardelli – direttore d’orchestra, compositore, musicologo, flautista, pittore e incisore, scrittore e disegnatore satirico, saggista e romanziere – durante la mostra di 20 opere che prenderà il via a Bagnone domenica alle 16 alla Libreria Antiquaria Mazzei. Si intitola, appunto, “Elogio del silenzio“. Che è merce sempre più rara e all’apparenza così poco apprezzata.
"Ultimamente la mia pittura è sempre più tendente a esplorare aspetti un po’ più interiori, anche malinconici dell’essere. In un mondo chiassoso, sparato e caratterizzato da un gridare costante specie su web e social (immagini, suoni e un generale frastuono visuale alla disperata ricerca di un modo per stupire) alla fine si crea una saturazione. Quindi c’è il desiderio di rifugiarsi in un silenzio visuale: è lì che si ritrovano il pensiero e una dimensione di verità e umanità. Il mio non è silenzio della morte, è semplicemente il momento in cui l’uomo si rivolge più a se stesso e si interroga: gli serve la quiete per mettere in ordine i pensieri". Un viaggio tra opere di stampo riflessivo, anche metafisico, senz’altro filosofico: un’indagine che mette al centro il quadro “I quattro elementi“, dai chiari legami con il passato di Sardelli stesso.
"Al centro della mostra c’è questa opera di un metro per un metro, cui ho lavorato tanto. Qualcosa che avevo fatto già da giovane, a distanza di 40 anni ho voluto ridipingere la stessa idea che ho avuto quando studiavo filosofia ed ero votato al quadrato aristotelico, alla logica aristotelica, agli elementi stessi e all’alchimia medievale. Ho ripercorso quel viaggio – spiega Sardelli – con la scansione in quattro tele, che usano quattro lunguaggi diversi. Si passa dalla concretezza realistica della Terra, all’astratto più puro dell’Aria attraverso alcuni passaggi stilistici. Qui, da una parte, si trovano anche piccole formule matematiche, su lato sinistro è rappresentata la teoria dei vortici di Cartesio".
La natura morta, spesso relegata a genere minore, prende la sua rivincita ne “Elogio del silenzio“, visto che Sardelli ne fa un utilizzo speciale. "Le mie nature morte raccontano parte del mio mondo e della mia vita – prosegue – Mettere insieme elementi di uso comune nella mia esistenza, come per esempio la scrivania con le mie matite, rappresentano un momento di me stesso. Così come l’opera che ritrae le mie scarpe, con alcuni elementi vicino più simbolici, parlano di un qualcosa di intimo, la storia di come si sono consumate, rovinate dal tempo, cambiate. Insomma, sono io. E c’è senza dubbio anche un senso di malinconia, del divenire: il fatto che tutte queste cose rappresentano anche la nostra caducità. Nelle piccole cose. che non sono piccole, come un oggetto minuto, un essere piccolo, un uovo con tutti i suoi significati simbolici nel silenzio di uno spazio geometrico, c’è già tutto. C’è il senso della vita, la matematica, la razionalità e al tempo stesso anche l’irrazionalità. Tutto può consentirci di fare un piccolo passo nella lotta contro il ’nulla’. Il fatto di dipingere, scrivere libri e comporre musica è una sorta di lotta contro la morte: si va verso il nulla, ci si consuma e c’è la voglia di lasciare qualcosa sulla linea che percorriamo, anziché lasciarla bianca. E’ una lotta impari, ma vale la pena combattere".
Il catalogo, che contiene una nota del critico Davide Pugnana, pubblicato in una tiratura di 130 esemplari numerati a mano, sarà acquistabile alla Libreria Antiquaria Mazzei (25 euro). L’esposizione rimarrà aperta fino al 7 settembre, dal lunedì al sabato, dalle 10.30 alle 13 e dalle 16.30 alle 19, la domenica dalle 10.30 alle 13.