
Nel nostro paese ogni 6 ore il lavoro uccide 1 operaio e ogni minuto ne ferisce 1 in modo più...
Nel nostro paese ogni 6 ore il lavoro uccide 1 operaio e ogni minuto ne ferisce 1 in modo più o meno grave. Sono 1202 le morti sul lavoro nel 2024, 593mila gli infortuni e 88mila le malattie professionali. Nei primi 5 mesi del 2025 a livello nazionale abbiamo avuto un –1,4% di infortuni denunciati (247.681 in totale) ma sono aumentate le morti sul lavoro del 4.6% (da 369 nel 2024 a 386 nel ’25) e le malattie professionali del 9% (42.383). I dati sono forniti dall’Anmil, l’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro.
La nostra provincia ha avuto un –4,3% di infortuni denunciati (1.058 nel ’24 e 1.013 nel ’25), 2 denunce di infortuni mortali (entrambe nel ’25, Giorgio Bedini e Paolo Lambruschi le vittime) e per quanto riguarda le malattie professionali un aumento del 3,4% (da 562 a 581). "I numeri sono veri ma incompleti – dice Paolo Bruschi (nella foto), presidente dell’Anmil provinciale – perché mancano quelli dei lavoratori non assicurati Inail (Vigili del fuoco, Forze armate e autonomi) ma, soprattutto, mancano quelli degli infortuni non denunciati e quelli dei lavoratori precari e a nero".
"Le leggi ci sono, ma si continua a morire – afferma Bruschi –. Che fare allora? E’ importante che i datori di lavoro e i lavoratori prendano seriamente misure per prevenire incidenti e malattie. Ciò può includere: formazione sulla sicurezza, misure adeguate, macchinari sicuri, più ispettori e controlli improvvisi, promuovere una cultura della sicurezza lavorativa partendo dalle scuole e dagli operai delle ditte. Come Anmil non smetteremo mai di chiedere al Governo l’istituzione di una Procura nazionale del lavoro composta da magistrati specializzati, non smetteremo di affermare che il cambiamento rivoluzionario di cui abbiamo bisogno è principalmente culturale e non ci stancheremo mai di rivendicare giustizia".