REDAZIONE MASSA CARRARA

Meteo estremo e soluzioni. Dieci laboratori sui rischi grazie al progetto ’Score’

Presentati i risultati del monitoraggio per fare rete con altre città costiere d’Europa. Dibattiti e focus su erosione, mareggiate e inondazioni con proiezioni fino al 2100.

Il sindaco di Massa, Francesco Persiani, alla presentazione dei risultati in Comune

Il sindaco di Massa, Francesco Persiani, alla presentazione dei risultati in Comune

Le città costiere come Massa sono esposte agli effetti del cambiamento climatico, come l’erosione costiera, l’innalzamento del livello del mare e gli eventi meteorologici estremi. Grazie a ’Score’, abbiamo affrontato queste sfide con un approccio scientifico e condiviso, collaborando con università, enti di ricerca e amministrazioni pubbliche di tutta Europa". Il sindaco Francesco Persiani ha salutato così la conclusione - esposta venerdì in sala consiliare - del progetto quadriennale, finanziato dall’Unione Europa, che mirava ad affrontare tali sfide attraverso la creazione di una rete di 10 “laboratori viventi” di città costiere (i ’Coastal city living lab). Ne è nato un lavoro che può fornire adesso preziose intuizioni e informazioni essenziali per supportare il Comune nel prendere decisioni più consapevoli e stabilire strategie efficaci di mitigazione del rischio. I dati emersi verranno messi in rete con le altre realtà europee (coinvolte tra le altre anche Lisbona, Dublino, Sligo, Barcellona, Pirano e Danzica). Per sviluppare un’analisi dei rischi specifica per Massa, i team di ricerca hanno condotto un’approfondita analisi della letteratura, documentato gli impatti locali di eventi climatici estremi avvenuti in passato e identificato i conseguenti rischi associati ai possibili cambiamenti climatici e all’innalzamento del livello del mare. Con proiezioni anche di un futuro lontano, fino al 2100.

Durante il workshop massese sono stati identificati insieme a rappresentanti della comunità i principali rischi ambientali – inondazioni, mareggiate ed erosione – e si è concluso che le soluzioni più rilevanti sono rappresentate da rimboschimento ripariale, laddove una foresta o bosco ripariale è un’area boschiva o boscosa di terreno adiacente a un corpo idrico come un fiume, un torrente, uno stagno, un lago, un canale o un bacino; allargamento della pianura alluvionale, un’area di terreno adiacente a un fiume (le pianure alluvionali si estendono dalle sponde del canale fluviale fino alla base della valle circostante e sono soggette a inondazioni durante i periodi di alta portata); bacini di infiltrazione, da utilizzare per gestire il deflusso delle acque meteoriche, prevenire le inondazioni e l’erosione a valle e migliorare la qualità dell’acqua in un fiume, torrente, lago o baia adiacenti. Risultati che, come emerge dai report sul sito del progetto, sono stati condivisi con il Comune e le parti interessate, e potenzialmente inclusi nei piani di azione per il clima della regione. Cruciale il ruolo della Protezione Civile, messo in evidenza nell’intervento dell’ingegner Matteo Sanzeni, che ha parlato della rete di sensori attivi nel Comune di Massa a supporto del monitoraggio a salvaguardia del territorio "con 43 stazioni meteo sul territorio provinciale composte da: barometro, termo-igrometro, pluviometro, anemometro; quattro telecamere idrometriche; un stazione automatizzata composta da: idrometro, pluviometro, termometro acqua, livello idrometrico; un idrometro".

"Il monitoraggio avanzato reso possibile dall’installazione di sensori innovativi e da strumenti di controllo, rappresenta un passo fondamentale nella prevenzione dei rischi ambientali – ha detto il sindaco – E abbiamo dato grande valore alla partecipazione attiva dei cittadini coinvolgendo scuole, associazioni ed esperti nella ricerca di soluzioni concrete". "Massa e le altre città coinvolte hanno potuto sperimentare nuove metodologie di analisi e monitoraggio ambientale, con l’obiettivo di integrare questi strumenti nelle future strategie di gestione del territorio", ha chiuso l’assessore all’ambiente Roberto Acerbo.

Irene Carlotta Cicora