LAURA SACCHETTI
Cronaca

Allarme per la manta, si tenta di salvare l’esemplare fuori rotta. Vietato fare il bagno

Il Comune vieta la balneazione nella zona Don Gnocchi-Bagno Marchini. Ieri avvistata al di fuori delle scogliere più vicino alla torre “Fiat” dai volontari su un battello del Centro Sub ma si è subito dileguata

Allarme per la manta, si tenta di salvare l’esemplare fuori rotta. Vietato fare il bagno

Marina di Massa, 18 luglio 2025 – La presenza del “diavolo di mare” a Marina di Massa preoccupa bagnanti, enti, istituzioni tanto che il Comune ha emesso un divieto di balneazione per tutelare e garantire la sicurezza nelle acque della zona Don Gnocchi - bagno Marchini.

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Il sopralluogo della Capitaneria di Porto di Marina di Carrara e di Arpa sulla spiaggia

Il “diavolo di mare”, nome comune per chiamare la manta mediterranea (Mobula mobular è il nome scientifico) è una specie protetta ed è rarissimo incontrarne degli esemplari tanto che è un animale poco studiato. Ma il “diavolo di mare” non sta bene e non è solo il caso della manta spiaggiata sulle nostre coste. La situazione è preoccupante e riguarda tutto il bacino del Mediterraneo nord occidentale.

Manta ferita si spiaggia sugli scogli di Marina. Task force di bagnanti per riportarla al largo
Il "diavolo di mare", dall’apertura alare di circa due metri, disorientata è finita contro le dighe. Primi soccorsi fai da te e l’arrivo della guardia costiera.

“L’esemplare di Massa non è l’unico diavolo di mare a vivere questa condizione – spiega Eleonora De Sabata, portavoce del progetto europeo LIFE European Sharks, di cui la Capitaneria di Porto è partner –. Dall’inizio di maggio ci sono stati diversi avvistamenti. Salgono a circa sessanta ad oggi le segnalazioni di esemplari spiaggiati o in difficoltà nel Mediterraneo nord-occidentale. Le cause di questi spiaggiamenti rimangono ancora ignote, ma un aumento dei casi così repentino e su così larga scala è motivo di grande preoccupazione per gli esperti. Si sono verificati casi analoghi in Spagna, Francia, Liguria, Sardegna, Lazio e anche in altre parti della Toscana. I veterinari attraverso analisi e riunioni stanno cercando di capire cosa stia accadendo a questo animale che si spinge in acque così basse”.

La sala operativa della Guardia Costiera di Marina di Carrara in questi giorni ha ricevuto tantissime segnalazioni della presenza della manta nel mediterraneo, perché tra i suoi compiti c’è anche quello di garantire la salvaguardia della flora e fauna marina. Così gli uomini e le donne della Capitaneria si sono attivati coinvolgendo per le attività di rispettiva competenza, anche gli altri soggetti ed enti istituzionalmente interessati alla problematica, tra cui Arpat, il Servizio di sicurezza alimentare e sanità pubblica dell’Asl e la European Sharks Association.

L’esemplare di Mobula, continua ad essere presente a tratti nello specchio acqueo di Marina di Massa, a distanza variabile dalla costa e, seppur non rappresenti un pericolo per la balneazione e per la navigazione, deve essere trattato con cautela secondo le indicazioni impartite dagli esperti di settore, in ragione delle sue importanti dimensioni.

I rappresentanti dei vari enti coinvolti ieri pomeriggio hanno effettuato un sopralluogo congiunto in area per valutare, per quanto possibile, lo stato di salute della manta che da giorni si aggira sulla costa massese e l’opportunità di accompagnarla, eventualmente, verso un tratto di mare più profondo. Il rischio di accompagnarla con sistemi “umani” però è di provocarle lesioni che possano aggravare il suo stato di salute.

La manta è stata avvistata da un battello del Centro Sub Alto Tirreno, nel tratto di mare più vicino alla torre “Fiat”, fatto uscire proprio per accertare se l’esemplare fosse ancora all’interno delle scogliere. E’ apparsa vitale, reattiva e senza alcuna visibile compromissione delle sue abilità natatorie: si è allontanata velocemente dal battello pneumatico e dai volontari che cercavano di capire se avesse lesioni o ferite, e in in pochi istanti ha fatto perdere le sue tracce rendendo quindi per ora impossibile ipotizzare di imbragarla per trasferirla al largo. Restano quindi ignote le cause che hanno portato un simile esemplare a rimanere per giorni vicino a questo tratto di costa, anche se l’elevata concentrazione di plancton registrata di recente potrebbe essere una motivazione.