
Un momento di una precedente iniziativa che ha avuto al centro del dibattito il futuro della Casa Rossa
Altro passo avanti per mettere a fuoco il futuro dell’ex Casa Rossa Occupata. In attesa degli sviluppi relativi al percorso partecipativo di ’Montignoso condivisa’, relativo al censimento di tutti i beni comuni sul territorio comunale per poi affidarli ad associazioni, culturali, sportive e del sociale che vorranno riqualificarli.
Un nuovo incontro pubblico si è tenuto martedì sera in piazza Mino Maccari al Cinquale. Al centro del dibattito – suffragato dagli interventi di Laura Pommella dell’associazione A.R.I.A. Familiare e di Sabrina Tosi, docente all’Università di Parma e attivista di ’Un tetto sulla testa’ – l’apertura del tavolo sull’autorecupero dei beni comuni. E’ stata in particolare la dottoressa Tosi a fare luce su almeno cinque esperienze virtuose, tutte ubicate nel fiorentino: immobili che erano già di proprietà del Comune per i quali sono stati avviati percorsi di autorecupero attraverso le leggi regionali toscane. Il punto focale è quello relativo alla proprietà, che per la Casa Rossa non è ancora comunale. Un dibattito che comunque ha permesso di mettere a fuoco realtà di questo tipo, situazioni di autorecupero che non vanno a gravare sulle finanze pubbliche – hanno precisato i relatori – riconoscendo le formule di ’autorecupero’. Strade, quindi realisticamente percorribili, in grado di riconoscere il valore storico del bene comune in essere, attivando formule ’dal basso’ di rivitalizzazione, scongiurandone il totale abbandono.
All’orizzonte ci sono comunque già altri incontri dedicati al tema, anche perché la partecipazione è realmente il cuore di tutta l’impalcatura gestionale dal basso. E ogni step dev’essere condiviso. "Come Collettivo Casa Rossa, siamo stati invitati a condividere la nostra esperienza di autorecupero e a riflettere sul valore dell’autogestione come pratica per costruire comunità, legami e nuovi immaginari perché, nei fatti, la Casa Rossa è già un Bene Comune", recitava infatti l’invito all’incontro pubblico. Da molti tra l’altro la Casa Rossa era già ’percepita’ come bene comune per via delle varie attività, tantissime, che nell’arco di 12 anni ha svolto sul territorio. Compreso in epoca Covid con i pacchi alimentari, l’aiuto per le famiglie in emergenza abitativa della città fino ai percorsi giovanili con la sala prove e la musica o i corsi di italiano per stranieri.
I.C.C.