
Lorenzo Porzano trasformato in opera vivente dall’artista Giacomo Cossio al festival ‘Rifiutati’
Una sorta di “Hulk” che si batte per l’ambiente e l’inclusione, contro lo spreco. Così è stato trasformato l’amministratore unico del Cermec Lorenzo Porzano da Giacomo Cossio, un artista che ha concentrato la sua ricerca sulla forza della natura "quando quando è costretta, dall’uomo e dalle sue esigenze sociali, a essere decoro o riempitivo". Così anche Porzano è diventato opera vivente al Festival dei Rifiutati che ha trasformato i capannoni e i piazzali della società in un grande laboratorio-galleria, ha fatto diventae arte i ‘rifiuti’, ha collegato il il tema del riuso a quello del pensiero attivo e dell’inclusione sociale.
Nella serata inaugurale del festival al Cermec l’amministratore unico è diventato protagonista di una performance che ha voluto lasciare un segno, lanciare un messaggio etico ed ecologico. Nelle opere di Giacomo Cossio, la natura si fa scultura e pittura vivente, ma al festival dei Rifiutati l’artista ha sperimentato non su una pianta o un oggetto inanimato, ma su un essere umano e Lorenzo Porzano ha scelto di mettersi letteralmente in gioco, prestando il proprio corpo e il proprio volto a un’opera che è insieme gesto artistico e dichiarazione di intenti.
"Essere un manager pubblico atipico vuol dire anche questo – dice l’amministratore unico del Cermec – : esporsi in prima persona, fisicamente, per sottolineare l’importanza di temi ambientali e sociali che riguardano tutti. L’idea è nata quasi per gioco durante una visita di Giacomo al nostro impianto. Abbiamo capito subito che aveva perfettamente senso: un modo per ribadire che non siamo fuori dal processo, ne siamo parte". Una performance che ha rotto gli schemi della comunicazione ambientale tradizionale, spesso percepita come ripetitiva e distante, trasformandola in esperienza diretta, capace di scuotere e far riflettere, in una performance potente e significativa, che ha saputo coniugare arte e responsabilità, ribadendo il valore di un impegno che è prima di tutto umano. E questo, sottolinea Lorenzo Porzano, è l’intento del Festival “Rifiutati”: "ribaltare prospettive, creare immaginari nuovi, portare la bellezza e la cultura nei luoghi marginali, anche tra cassoni e presse, dove ogni giorno arrivano i rifiuti della città".
Lì per tre giorni, sono sbocciate installazioni, convegni, performance, con la partecipazione di artisti, pubblico e degli stessi operatori dell’impianto. "Ha voluto essere un invito collettivo a cambiare punto di vista, a spostare l’accento: da rifiuti a rifiutati, da rifiutarsi a reinventare, restituendo dignità ai materiali, ma soprattutto alle persone che troppo spesso finiscono ai margini, invisibili come i nostri scarti – spiega l’amministratore di Cermec –. Questa performance è stata pensata anche per loro, per dare visibilità a chi normalmente viene escluso dal consesso sociale, per dimostrare che la bellezza e il valore possono sbocciare ovunque, anche tra i cassoni del compostaggio.