
La tragedia di Canalgrande. ha avuto echi nazionali. La Fai Conftrasporti rivendica i diritti di chi lavora e si appella a Mattarella
Un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella affinché le morti nell’autotrasporto siano riconosciute morti sul lavoro. In occasione della Festa del Lavoro, il presidente della Fai-Conftrasporto, Paolo Uggè, denuncia il silenzio sulla morte del cavatore Paolo Lambruschi e lancia un appello alle istituzioni e all’opinione pubblica, a partire dal Capo dello Stato. "Abbiamo apprezzato il messaggio del Presidente della Repubblica per questa Festa del Lavoro, e continuiamo a sottolineare come anche le morti nel settore dell’autotrasporto vadano riconosciute come morti sul lavoro. Un camionista, un uomo, un padre di famiglia, in una realtà complessa e difficile, dove le strade richiedono competenze specifiche, è precipitato con il proprio automezzo, morendo. Troppo spesso viene qualificato come incidente stradale ciò che è un incidente sul lavoro".
"Tutti i morti sono uguali - continua Uggè - e soprattutto i morti sul lavoro avvengono perché non sono rispettate le regole della sicurezza. Rivolgo un appello al Presidente della Repubblica, sempre molto attento alla questione dell’insicurezza sociale, ma anche a tutte le forze politiche ed economiche". Infine, il presidente della Fai ribadisce l’urgenza di interventi normativi: "I provvedimenti che il ministero dei Trasporti sta predisponendo riguardano proprio il rispetto delle norme che garantiscono sicurezza sociale e della circolazione. Buon Primo Maggio al Governo, che deve emanare quelle normative che determinano più sicurezza sulle strade e per chi presta la propria opera nel mondo dell’autotrasporto".