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Incendio a Massa, le analisi di Arpat: “Nessuna ricaduta ambientalmente rilevabile”

Lo scorso 31 luglio era andato in fiamme un cumulo di rifiuti nel piazzale della ditta Carbonovus

L'incendio a Massa (Foto Delia)

L'incendio a Massa (Foto Delia)

Massa, 5 agosto 2024 – Nessuna ricaduta ambientalmente rilevabile. E’ quanto hanno stabilito le indagini di Arpat dopo l’incendio del 31 luglio scorso a Massa nel piazzale della Carbonovus, la ditta che opera nel settore della nautica per la produzione di imbarcazioni da diporto in materiale composito e vetroresina.

Incendio a Massa, le analisi di Arpat: “Nessuna ricaduta ambientalmente rilevabile”

Il personale di Arpat si è recato sul posto per acquisire le informazioni necessarie a valutare eventuali conseguenze, in considerazione della tipologia e dei materiali presenti sul piazzale al momento dell’incendio, della durata dello stesso e delle condizioni atmosferiche presenti. “L’incendio – scrive Arpat – ha interessato il deposito temporaneo dei rifiuti, prodotti di materiale di scarto delle lavorazioni, presenti nel piazzale dell’azienda, dove erano ammassati materiali usati per la realizzazione di scafi in vetroresina, tra cui teli di infusione in nylon, tessuti in vetro resina e carbonio, colle, schiume poliuretaniche, resine e catalizzatori, carte e cartoni da imballaggio e polvere di resina contenute in big bag. Nell’immediatezza dell’evento, il personale ha consultato i dati delle centraline meteorologiche disponibili in zona per avere informazioni, quali direzione e velocità, sui venti presenti. Successivamente, sono stati richiesti alla ditta i registri di carico e scarico dei rifiuti e sono state acquisite maggiori informazioni sulla tipologia del materiale bruciato e sui rifiuti accatastati nel piazzale della ditta”.

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Per quanto riguarda i venti, questi inizialmente hanno sospinto i fumi verso Massa e poi, al sopraggiungere della sera, verso la Liguria, parallelamente alla linea di costa. "La presenza di venti di scarsa intensità e di direzione variabile – si legge ancora nella nota – ha fatto sì che i fumi si siano dispersi in direzioni differenti e che non sia possibile individuare un’area in cui si possa ragionevolmente rilevare un apporto misurabile di polveri o altre sostanze eventualmente trascinate dalla nuvola di fumo e vapore acqueo”.

"Il giorno successivo, il personale dell’Agenzia ha ispezionato nuovamente i luoghi interessati dall’evento per verificare la presenza di tracce di dilavamento dei residui della combustione ad opera delle acque di spegnimento. A tale scopo, sono state esaminate visivamente le acque del Fosso Lavello, che scorre lungo l’azienda e le acque che confluiscono nella vasca di raccolta delle acque bianche asservita all’area industriale e che si immette nel Lavello a valle dello scarico del depuratore Lavello 2. Nel corso del sopralluogo non sono state notate anomalie e la fauna presente non mostrava segni di evidente sofferenza”.

Nei prossimi giorni verranno comunque effettuate nuove rilevazioni.