ANASTASIA BIANCARDI
Cronaca

Il fotografo dei viaggi. Marcelli narra l’ex Urss

Oggi al via la mostra dedicata a quei "Paesi ancora in cerca di identità". Il borgo di Quercia ospita ’Satelliti’, esposizione tra decadenza e bellezza.

Davide Marcelli

Davide Marcelli

Raccontare cosa sta succedendo a quei paesi che dopo la disgregazione dell’Urss hanno cercato, e cercano ancora, di trovare un posto nel mondo. E’ lo scopo della mostra del fotografo lunigianese Davide Marcelli, che sarà esposta nel borgo di Quercia da oggi: taglio del nastro alle 18. L’esposizione raccoglie foto, appunti e tracce di diario accumulati nel corso di viaggi fatti dal 2018 in diversi paesi dell’ex Unione Sovietica. "Tutto è nato dalla mia curiosità verso la fotografia documentaria - racconta Marcelli - e dall’ispirazione ricevuta da Jonas Bendiksen, che ho voluto omaggiare. Quell’anno sono partito per il Kazakistan, un po’ allo sbando, con l’idea di vedere l’ex poligono nucleare dove l’Urss aveva effettuato per anni test atomici. Non ci sono riuscito, ma è stato un viaggio bellissimo che ha aperto la strada a tutto il resto". Da quel primo viaggio ne sono seguiti altri, a piedi, in auto, in camion e in treno, attraverso le gialle e sconfinate steppe kazake, le impervie ma splendide montagne del Tian Shan, i tranquilli altopiani del Caucaso, la desolazione artificiale del lago d’Aral, le architetture brutaliste e i mosaici sovietici, fino alla ricostruzione quasi surreale del Qarabag. "Non so bene perché vado in quei luoghi - spiega - forse perché sono nato quando l’URSS stava disgregandosi e da occidentale ho sempre pensato di avere un’idea distorta della sua realtà. Sono paesi che stanno ancora cercando un’identità, mi piacerebbe tornare per raccontarne culture e tradizioni".

Le immagini di Satelliti raccontano luoghi a cui non siamo abituati: enormi, estremi, arrugginiti, dismessi, abbandonati, a volte sporchi e disordinati, ma capaci di sorprendere e di mostrare qualcosa di inaspettato, a volte nel bene e a volte nel male. "Si respira l’aria di malinconia e decadenza, - prosegue Marcelli - ma la gente che vive lì non ci fa caso, per loro è normale, ma sono persone di un’ospitalità straordinaria. Dietro a un volto spesso duro, si trova poi gentilezza e voglia di condivisione, anche di quel poco che hanno. Tra gli anziani il pensiero va ancora alla ricchezza vissuta negli anni prima della caduta del muro, mentre i più giovani, vittime della crisi economica, non hanno propriamente una bella idea dell’Urss. Per questo - conclude - la mia non è solo una raccolta d’immagini, ma anche un racconto di cosa sta succedendo in quelle nazioni che stanno trovando se stesse, una coscienza e che stanno ancora compiendo questo loro lungo percorso sempre in divenire."

Anastasia Biancardi