
Francesca Longo con la targa dedicata a Falcone e Borsellino
di Francesca Frediani
Sarà svelata giovedì 15 maggio al Teatro della Rosa di Pontremoli la targa intitolata a Falcone e Borsellino, con le figure dei due magistrati uccisi dalla mafia e i nomi di tutti gli agenti della scorta, realizzata dall’Istituto del marmo Tacca di Carrara: i ragazzi di 4ª e 5ª con i professori Marco Ambrosini e Gabriele Biagini. Ambrosini ce la fa vedere in anteprima e ci spiega come è stata fatta: progettata su Cad e trasportata su macchina a controllo numerico e poi rifinita a mano, "Cerchiamo di far lavorare i ragazzi con tutte le tecniche" spiega. È già la terza che viene realizzata: la prima era andata a Fivizzano, la seconda a Carrara al Centro antiviolenza, questa appunto andrà a Pontremoli. Ma è solo l’ultimo dei progetti del Tacca pensati per il territorio: basti pensare alla statua dedicata a Laura Zuccari, la donna uccisa dal downburst mentre aiutava una senzatetto, due mani allacciate una all’altra simbolo di solidarietà e di collaborazione, che è stata posizionata lo scorso dicembre al parco La Malfa di Avenza, dove era avvenuto il fatto. Il professor Marco Ravenna ci fa poi vedere i cippi, realizzati a immagine e somiglianza di quelli originali, che saranno posti sulla linea di confine tra Liguria e Toscana, uno sulla strada provinciale più o meno all’altezza della Focacceria Mauro e l’altro su un’antica mulattiera da Fontia a Ortonovo (dove c’è il Radar).
Realizzati per la Pro Loco di Fontia, che ha geolocalizzato la loro posizione originaria in collaborazione con gli studenti dello Zaccagna Geometri, aspettano solo che sia inserito un microchip con Qr code da inquadrare col telefonino che spiegherà tutta la loro storia. Riportano da un lato lo stemma di Genova (per chi viene dalla Toscana) e dall’altro la ruota simbolo di Carrara (per chi viene dalla Liguria). Ravenna spiega anche altri due progetti, dei ragazzi di 1ª e 2ª, uno legato ai fondi Pnrr contro la dispersione scolastica: teste primitive ispirate a quelle dell’isola di Pasqua o a quelle di Modigliani, realizzate in pietra arenaria reperita nei ruscelli delle colline di Piana Maggio, così diversa dal marmo nonostante la vicinanza.
E l’altro, statue stele copiate da quelle originali, realizzate in marmo bianco dopo avere studiato i Liguri Apuani. Molto atteso infine anche il restauro del San Francesco di Arturo Tomagnini posizionato in piazza Diaz a Camaiore, che attende pazientemente gli siano rifatte in marmo la testa e le mani, danneggiate dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e rifatte in cemento bianco e gesso da un primo restauro anni 80. Il lavoro è reso possibile dalla fase di ricerca e documentazione svolta da Sara Simonini, insegnante, che ha preso contatto con la nipote di Tomagnini, che a sua volta ha prestato il prototipo in bronzo dell’opera. "Lavoriamo in sinergia con il territorio, con le aziende del marmo, con l’amministrazione in un’ottica di economia circolare" dicono Ambrosini e Simonini "e spesso recuperiamo materiale di scarto".