ALESSANDRA POGGI
Cronaca

Eccellenza ’woud care’. Oltre 220 accessi nel 2025: "Non sottovalutate le ferite"

Al servizio di Avenza accedono anziani, ma anche chi fa incidenti stradali "Spesso vengono applicati trattamenti sbagliati: fondamentale capirne le cause".

Claudia Sergiampietri, Cinzia Datteri e Sonia Brizzi

Claudia Sergiampietri, Cinzia Datteri e Sonia Brizzi

Il ‘wound care’ da Monterosso si è trasferito al distretto Asl della ex Gil di Avenza. L’ambulatorio specializzato nella cura delle ferite e delle ulcere cutanee diventa baricentrico e più facilmente raggiungibile. A mandare avanti questo servizio di eccellenza come sempre ci saranno le infermiere Sonia Brizzi, Cinzia Datteri, Claudia Sergiampietri. Dal 2022 grazie alla collaborazione dei medici di medicina generale il ‘wound care’, in italiano ‘cura delle ferite’ non è più così sconosciuto. Non a caso dall’inizio dell’anno ci sono stati 220 nuovi accessi, che si vanno ad aggiungere ai 23 pazienti già in cura.

Al wound care si curano ferite da incidenti stradali, che soprattutto in estate aumentano vertiginosamente tra i giovani motociclisti, ma anche ulcere venose, traumi, ferite chirurgiche che non guariscono e da ultimo anche morsi di animali come per esempio il ragno violino, il cui veleno provoca gravi lesioni. Il cento non cura più il piede diabetico dal momento che esiste un altro percorso dedicato a questi pazienti. In caso di ferite è bene non ricorrere ai classici rimedi a base di connetivina, Betadone, acqua ossigenata e altre sostanze che in quasi tutti i casi "non fanno che peggiorare la ferita e creare altri traumi", dicono in coro le tre infermiere, che tra i vari corsi hanno fatto il master in wound care del professor Marco Romanelli dell’Università di Pisa.

"Spesso sono le persone che fanno diventare difficili le ferite - spiega Sonia Brizzi -, e lo fanno applicando trattamenti sbagliati. Le lesioni non sono una malattia ma una conseguenza. Il nostro compito è quello di capire la causa della lesione per trovare la cura giusta". "L’ambulatorio si è trasferito ad Avenza a maggio dello scorso anno aggiungono Datteri e Sergiampietri -. A noi si rivolgono molti anziani, ma in estate anche molti giovani che hanno avuto incidenti in motorino. Ci sono anche tante persone che devono ricorrere alle cure per il lavoro che svolgono perché stanno tante ore in piedi e hanno problemi di vene o ulcere, come per esempio i baristi, tabaccai, salumieri. In maggioranza però sono le donne che ricorrono in maggioranza all’ambulatorio - proseguono le infermiere, parliamo di un sessanta per cento di donne e un quaranta di uomini. Le ferite se non vengono curate bene subito diventano un problema".

Qui ulcere e ferite si curano in ambiente umido, ossia con il bendaggio, naturalmente previo trattamento, e non come comunemente si crede a secco, vale a dire con i disinfettanti e le garze. Le ferite si devono disinfettare con acqua fisiologica o di rubinetto, e subito dopo si deve applicare un idrocolloide.

"Abbiamo un’ottima collaborazione con i medici di medicina generale, che fanno da triage e smistano i pazienti - conclude l’infermiera Brizzi -. Noi facciamo anche formazione alle loro infermiere così da poter intervenire direttamente sui pazienti senza passare dal centro, se poi non guariscono allora vengono da noi. Nei prossimi giorni ci arriverà anche il bisturi laser, che consente di pulire le ferite in modo meno traumatico e con minor dolore".

Alessandra Poggi