ANDREA LUPARIA
Cronaca

Dipinti falsi, riparte il processo La difesa chiede una nuova perizia

In tribunale si è ridiscusso dell’inchiesta “Operazione Novecento“ che nel 2011 portò a 9 misure cautelari. Il giudice ha disposto la prossima udienza a settembre. Per molti reati la prescrizione è sempre più vicina.

di Andrea Luparia

E’ ricominciato, ma con un nuovo giudice, il processo ad un gruppo di presunti falsari e venditori di opere d’arte false che spacciavano per vere. Ma ancora una volta parliamo di un processo che ha tempi lunghissimi con molti reati ormai vicini alla prescrizione. Era l’ormai lontano 2011, per capirci, quando i carabinieri di Massa denunciarono a piede libero 5 persone e disposero misure cautelari per altre 9: 2 finirono in carcere e 7 agli arresti domiciliari. Col passare degli anni l’inchiesta, denominata “operazione Novecento“ si è via via sgonfiata e ieri mattina il giudice monocratico (la dottoressa Congiusta, che dallo scorso anno ha sostituito il giudice De Mattia) aveva davanti gli avvocati di 7 imputati. Per la verità anche alcune accuse si sono in parte ridimensionate: l’ipotesi di associazione a delinquere è diventata, ad esempio, concorso di persone in reato. Ieri hanno parlato alcuni testimoni chiamati dal Pubblico ministero: il più importante era il perito che ha sancito che le tele sequestrate (Fontana, Balla, Scanavino, Reggiani e Crippa i maestri preferiti dagli arrestati) erano dei falsi. Secondo il Pm, gli imputati per falsificare le opere d’arte usavano materiali originati dei primi anni del Novecento. Da notare che i pittori-falsari erano ben organizzati, tanto da possedere, come venne confermato dalle perquisizioni in uno dei due laboratori massesi dove si dipingevano i falsi, non solo tele del 1800 ma anche chiodi arruginiti, cornici e altri materiali dell’epoca. Alcune tele venivano poi “invecchiate“ in appositi forni. Una tela dell’artista Scanavino venne trovata dai militari, durante la perquisizione, proprio in un “forno“. Alla fine vennero sequestrate ben 53 tele, con il sospetto che altre opere false siano nelle collezioni di ignari appassionati d’arte moderna. Perchè arte moderna e non, ad esempio rinascimentale? Semplice: gli artisti contemporanei sono più facili da imitare. Tornando a ieri mattina, dopo alcune dotte disquisizioni se una tela è da considerare un falso dato che comunque è dipinta da qualcuno, la testimone, che per il Pm ha confermato che i quadri sono falsi, ha sostenuto il fuoco di fila delle domande degli avvocati difensori, tese a dimostrare che non può essere esperta di oltre dieci, per non dire venti, artisti italiani. E gli avvocati, tra cui Paolo Bertoncini e Giovanna Barsotti, hanno chiesto al giudice di nominare un perito sopra le parti. Alla fine il giudice ha disposto una nuova udienza per settembre, per ascoltare gli ultimi testi dell’accusa, rinviando la decisione per il nuovo perito.