LUDOVICA CRISCITIELLO
Cronaca

Covid, "Quarta ondata? Non saremo impreparati"

Il direttore sanitario del Noa Giuliano Biselli: "Abbiamo riunito l’unità di crisi per fare un refreshing del piano operativo"

Il direttore sanitario del Noa Giuliano Biselli

Massa, 19 novembre 2021 - Un piano operativo pronto a scattare con un ampliamento fino a 48 posti, in caso la curva dei contagi dovesse esplodere anche qui a Massa. Dove per ora, con 13 posti letto occupati sui 16 del reparto Covid del Noa più i tre su sette di uno dei due settori della terapia intensiva, la situazione è ancora sotto controllo. Anche se ieri al Noa si è riunita l’unità di crisi per discutere di "esigenze organizzative da tenere presenti nel caso in cui il piano B dovesse essere messo in atto" – come ha spiegato il dottor Giuliano Biselli, direttore sanitario del Noa

Dottore la situazione generale non è rosea. Qui siete già in allerta? "Per ora mi sento di dire che è ancora tutto nella norma: siamo nella situazione in cui l’ospedale continua a erogare tutte le prestazioni senza influenzare il percorso chirurgico e ambulatoriale. É chiaro che il fatto che a livello nazionale siamo passati a un balzo considerevole dei contagi, da 5.000 a circa il doppio, è da considerarsi un campanello d’allarme. È per questo che ieri abbiamo fatto una riunione con l’unità di crisi. Un atto dovuto quando ci avviciniamo a questi aumenti di positività che si stanno delineando a livello nazionale per fare anche un refreshing del piano operativo". 

Ma siete pronti a sostenere una quarta ondata? "Il nostro piano di escalation é oramai ampiamente rodato. In caso di aumento del numero dei ricoveri lo step successivo prevede, oltre al coinvolgimento del reparto Covid di 16 posti letto, (di cui al momento sono occupati 13), anche di quello delle malattie infettive con la messa disposizione di ulteriori 4 posti letto. Il passo successivo, in caso di emergenza, comporta l’utilizzo di un setting di maggiori dimensioni che consente di ricoverare fino a 48 pazienti. La terapia intensiva già dalla seconda ondata epidemica é stata divisa in due settori di 7 posti letto ciascuno. Un settore é riservato ai pazienti con patologia covid. In questo momento 3 letti sono occupati e i rimanenti sono a disposizione di tutta la rete ospedaliera. Molto positiva é stata l’integrazione ospedale territorio nella gestione dei pazienti Covid in dimissione dal reparto ospedaliero o nel ricovero diretto alle cure intermedie covid, dotato di 26 posti letto , direttamente dal PS del Noa". 

Un piano che andrebbe a impattare sulle altre attività nei reparti? "È chiaro che preferirei che non si attivasse l’escalation descritta perché comporterebbe un rimodellamento organizzativo dell’area medica del Noa prevedendo anche un maggior coinvolgimento dei reparti di medicina degli stabilimenti ospedalieri di Fivizzano e Pontremoli e anche della rete ospedaliera aziendale". 

Cosa non ha funzionato nella sanità in particolare sul territorio apuano? "Guardi tra marzo e aprile nell’arco di 15 giorni siamo passati da 14 letti intensivi 40 e i ricoveri nel picco pandemico hanno superato i 170. Ma il Noa ha saputo reagire benissimo e ha dato il massimo soprattutto grazie a tutti i professionisti che ci lavorano. Le cure intermedie sono state il nostro polmone e epr questo ringrazio la dottoressa Guglielmi e il dottor Rasetto. Sicuramente la cosa che ha funzionato di più è l’integrazione tra ospedale e territorio che dovrà andare sempre a migliorare". 

La Nursind ha lanciato più volte l’appello che manca personale. Come siete messi? "Nursind si riferisce al personale del comparto, infermieri ed oss. Non abbiamo al momento problemi di rilievo; ci sono una decina di sanitari sospesi in quanto non vaccinati". 

Cosa pensa delle limitazioni ai soli no vax? "Rispondo col quadro della situazione attuale: i ricoverati in terapia intensiva sono tutti non vaccinati tra i 40 e i 60 anni. Nel reparto covid ordinario la percentuale dei vaccinati ricoverati oscilla fra il 10 e il 20%. Sono soggetti anziani che hanno ultimato il ciclo completo entro febbraio- marzo, o pazienti che non hanno sviluppato anticorpi".