
Una delle tante famiglie di cinghiali che da tempo imperversano in Lunigiana creando spesso problemi sia agli agricoltori che agli abitanti a causa dei danni nei terreni e in tutto ciò che capita loro a tiro
Raccolta di firme, incontri pubblici e tutto quanto sarà utile ad accendere i riflettori sull’emergenza cinghiali in Lunigiana. Ad annunciare venti di tempesta e di protesta è Luisito Caldi, responsabile regionale del Popolo del Nord, il quale punta il dito in particolare sulla zona di Mulazzo, di cui Caldi è nativo (classe 1951). "Solo nel Comune di Mulazzo si stimano oltre 1.500 cinghiali. Le coltivazioni vengono distrutte, gli agricoltori abbandonati – sottolinea – e il commissario straordinario continua a ignorare l’emergenza. È ora di dire basta, servono interventi immediati". Secondo Caldi la presenza incontrollata dei cinghiali sta generando una crisi ambientale, economica e sociale senza precedenti. Campi coltivati, orti, frutteti e vigneti vengono regolarmente devastati, mentre gli incidenti stradali causati dagli animali selvatici sono in costante aumento. A peggiorare il quadro, il rischio crescente di diffusione della peste suina africana (Psa), che potrebbe mettere in ginocchio anche l’allevamento locale.
"Non bastano più le promesse: servono azioni concrete e immediate. Le istituzioni – dice ancora – devono smettere di nascondersi dietro la burocrazia. Le recinzioni si sono rivelate inefficaci, i rimborsi per i danni agli agricoltori arrivano in ritardo e le autorizzazioni per gli abbattimenti selettivi continuano a slittare, mentre la fauna selvatica prolifera senza controllo". Elementi che spingono il il Popolo del Nord a proporre contromisure tra cui l’apertura straordinaria della caccia selettiva, anche notturna, e il coinvolgimento diretto degli agricoltori nelle operazioni di contenimento. Oltre ad avanzare la richiesta di una semplificazione delle procedure di rimborso, che dovrebbero essere automatizzate e completate entro sessanta giorni, più sanzioni per chi ostacola l’attuazione delle misure di sicurezza. "Il Popolo del Nord nasce per dare voce ai territori dimenticati. La Lunigiana – conclude Caldi – sta pagando il prezzo dell’inazione politica. Se le istituzioni continueranno a voltarsi dall’altra parte, lo faremo noi: con i cittadini, con gli agricoltori, con chi non si piega". Da qui la decisione di promuovere iniziative pubbliche, raccolte firme e incontri sul territorio nelle prossime settimane per sostenere la protesta e promuovere soluzioni concrete.