Carrara, 12 luglio 2024 – Un altro scivolone degli industriali che, come le riflessioni di Alberto Franchi, è destinato ad animare la calda estate carrarese e non solo. Dopo l’ordinanza della sindaca Serena Arrighi che prevede lo stop al lavoro all’aperto nelle ore torride, il capo delle imprese Fabrizio Santucci ai microfoni di Sky Tg24 ha candidamente ammesso che l’ordinanza non era necessaria dal momento che esiste un regolamento dell’Asl. E poi ha aggiunto: "In cava tutti noi abbiamo il termometro, i sali minerali, le creme protettive 50. Quando i gradi arrivano a 32 gli operai possono anche non lavorare". E alla domanda se possono o devono ha risposto che "se vogliono ci sono anche gli ombrelloni. Ad esempio per venerdì (oggi per chi legge ndr) è già previsto lo stop. Guarda caso le giornate più calde come gli scioperi sono tutte a ridosso del sabato".
Tanto è bastato per far scatenare la furia della Cgil dove il segretario Nicola Del Vecchio con la Fillea provincia e regionale parla di "commento vergognoso". "Per Santucci il caldo guarda caso arriva il venerdì, come gli scioperi, per fare il fine settimana lungo. Non bastava Franchi, arriva Santucci che fa commenti che denotano il totale disprezzo per i lavoratori. I lavoratori quando scioperano come è avvenuto per le dichiarazioni di Franchi o per il rinnovo del contratto integrativo, ci rimettono il proprio salario e non vanno al mare sui propri yacht. Noi non ci stancheremo mai di ribadire che le alte temperature sono una minaccia per la salute e la vita e la dignità dei lavoratori vengono prima di qualsiasi profitto".
Un pasticciaccio destinato a montare fra operai e classe imprenditoriale e che accentua quella forbice che si sta sempre più allargando fa imprese e tessuto sociale. Sulla questione del caldo e dell’ordinanza interviene anche la Cisl. Il segretario di area vasta Andrea Figaia se la prende invece con la sindaca dichiarando di non essere stato interpellato nella scelta e contestando il provvedimento. "Sono rimasto basito per questa ordinanza che non è stata discussa preventivamente così come stabilito nel protocollo stipulato con il Comune e i sindacati. Non è serio, sembra che il Comune privilegi il rapporto con una sola sigla sindacale".
Anche Andrea Giannuzzi della Filca Cisl provinciale sostiene che "il lapideo gode di accordi specifici: 36 ore al monte e 16 al piano. Il provvedimento potrà essere attivato quando le temperature supereranno i 35 gradi e non c’è la possibilità di operare in luoghi protetti. Sarà cura del responsabile alla sicurezza interagire con il datore di lavoro per la riduzione o la sospensione dell’attività. Allora chiediamo più interventi ispettivi, anche dei vigili urbani, al posto di poco utili ordinanze soprattutto in quei cantieri dove il rischio è alto. Serve più sensibilità da parte delle aziende".
Idem Lorenzo Sichei, Filca Cisl Toscana che ricorda che già il Testo Unico in materia di salute e sicurezza prevede la sospensione, al di là della buona volontà dei sindaci" e parla di "ordinanza pleonastica in quanto inutile doppione, creatrice di confusione nei posti di lavoro. Sarebbe stato utile un incontro preventivo per entrare nel merito degli appalti, considerato che le aziende sono restie ad interrompere le lavorazioni a causa del timore di non poter rispettare i tempi legali di esecuzione dei contratti stipulati. Inserire cioè uno slittamento che permetta una certa tolleranza su base annuale rispetto ai contesti climatici e alle zone dove si lavora. Negli appalti negli oneri per la sicurezza, va previsto un investimento per il rischio dei colpi di calore. Vestiario, zone ombreggiate, acqua".