ALESSANDRA POGGI
Cronaca

Bagno Marino: il Comune impone la demolizione dei manufatti

Novanta giorni di tempo per il ripristino del bagno Marino. Questo il tempo che sarà dato al concessionario decaduto,...

Il rogo dello scorso maggio quando. il bagno Marino prese fuoco con grande sgomento dei marinelli. Due le ordinanze a carico di Menconi

Il rogo dello scorso maggio quando. il bagno Marino prese fuoco con grande sgomento dei marinelli. Due le ordinanze a carico di Menconi

Novanta giorni di tempo per il ripristino del bagno Marino. Questo il tempo che sarà dato al concessionario decaduto, Brunello Menconi, per sistemare l’area demaniale, da alcuni mesi tornata nella piena disponibilità del Comune. La scadenza è stata comunicata con un’ordinanza del 18 agosto, in cui al concessionario decaduto viene imposta una deadline che scadrà verso la metà di novembre, tra 90 giorni. Per quella data, l’area del ‘Bagno Marino’ dovrà essere rimessa ‘in pristino’, vale a dire nelle condizioni originarie prima che Menconi la ricevesse in concessione. Demolizione dei manufatti e riordino dell’area.

L’ordinanza segue quella dello scorso maggio quando il bagno prese fuoco e il Comune impose a Vatteroni la messa in sicurezza. Dopo la pronuncia della Camera di consiglio, lo scorso 28 gennaio, in cui furono ritenute legittime le richieste del Comune nel far decadere la concessione a Menconi, la sentenza pose fine a un lungo iter legale, con l’area demaniale di 5mila metri, che era tornata al Comune per mancati pagamenti del concessionario, di cui una parte poi sanati.

Nell’ordinanza di un paio di giorni fa viene ricordato come sia previsto che, nei casi di revoca della concessione e di dichiarazione di decadenza ‘il concessionario abbia l’obbligo di sgombrare, a proprie spese, l’area occupata, asportando i manufatti impiantati, e di riconsegnare l’area stessa nel pristino stato’. Si chiede dunque la rimozione di tutte le opere ancora oggi presenti dentro l’area. Il concessionario decaduto dovrà provvedere alla rimessa in pristino dell’area, previa l’acquisizione di tutte le autorizzazioni paesaggistiche, edilizie, ambientali, igienico sanitarie per l’esecuzione delle opere.

Infine nell’ordinanza si avvisa che, in caso di inottemperanza, ‘il Comune disporrà d’ufficio la rimessa in pristino con rivalsa delle spese’.