REDAZIONE MASSA CARRARA

"Arrighi, ripensaci". La rabbia dei sindacati per gli alloggi ai fragili: "No alla ghettizzazione"

Cgil, Cisl e Uil chiedono al Comune un passo indietro sul Murlungo "Una scelta sbagliata che comporta espropri, cemento e bonifiche". Non si vogliono i poveri a Marina. "Serve una visione progressista".

Cgil, Cisl e Uil chiedono al Comune un passo indietro sul Murlungo "Una scelta sbagliata che comporta espropri, cemento e bonifiche". Non si vogliono i poveri a Marina. "Serve una visione progressista".

Cgil, Cisl e Uil chiedono al Comune un passo indietro sul Murlungo "Una scelta sbagliata che comporta espropri, cemento e bonifiche". Non si vogliono i poveri a Marina. "Serve una visione progressista".

CARRARA"Inappropriata e profondamente sbagliata, assunta senza alcun confronto con il territorio". Sono furiosi i sindacati confederali per la decisione di Serena Arrighi di spostare la realizzazione dei 28 alloggi di edilizia popolare dall’ex campo profughi di Marina di Carrara al Murlungo. Dichiarandosi "sconcertati e indignati per questo cambio di rotta" i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil, che la sindaca è riuscita a ricompattare, si domandano "quali siano i veri motivi che hanno spinto a rinunciare a un’area verde di proprietà pubblica, già individuata dalla precedente amministrazione, per optare invece per una zona al limite della zona industriale, classificata Sir, con criticità ambientali gravi, dove la falda risulta inquinata e la presenza di contaminanti è nota e documentata". Non credono nemmeno alla versione che sostiene che "quell’area è destinata dal poc per l’edilizia popolare, perché ciò è frutto di scelte politiche non incontrovertibili".

In una nota firmata dai tre vertici se la prendono anche con l’assessore Moreno Lorenzini che "non ci tranquillizza, ma aumenta le nostre legittime preoccupazioni. Dire che si può costruire solo se le terre di scavo sono smaltite come rifiuti speciali e che vanno sconsigliate le costruzioni interrate significa ammettere che il terreno è contaminato, e che si potrà costruire solo attraverso complesse e costose opere di isolamento dal suolo. Chi pagherà questi costi aggiuntivi? Come si può pensare che questa sia la scelta migliore visto che lì andrebbero a vivere delle persone? Oggi, ad aggravare le nostre preoccupazioni si aggiungono le dichiarazioni del rinnovato presidente dell’Erp Luca Panfietti che conferma che la scelta è voluta da questa amministrazione comunale. Facendo anche solo un primo e semplice paragone con la proposta precedente, appare sempre più insensata. L’area dell’ex campo profughi, pubblica e già urbanizzata, era stata scelta per ospitare un progetto di rigenerazione urbana vero, con alloggi costruiti ‘sopra’ i capannoni esistenti, senza alcun nuovo consumo di suolo. Al contrario, la scelta del Murlungo comporta l’acquisto da privati (con espropri e spese ingenti), la bonifica di un sito contaminato e nuova cementificazione in una zona già degradata.

Ma il punto più grave è l’effetto sociale di questa decisione: spostare l’edilizia popolare in un’area periferica, isolata, priva di servizi, vicino alla zona industriale, significa ghettizzare. Significa allontanare i cittadini più fragili dalle aree centrali e accessibili, relegandoli ai margini, mentre i quartieri più vivibili restano riservati a turisti o residenti benestanti. È questa l’idea di città inclusiva che ha l’amministrazione? Non vediamo nulla di ‘progressista’ in questa scelta, che riteniamo dannosa, socialmente sbagliata e ambientalmente dannosa". Da qui la condivisione delle proteste dei cittadini e la richiesta all’amministrazione di "ascoltare il territorio, aprire un confronto vero che è mancato e tornare sui propri passi. Costruire case popolari non può significare “trovare un posto qualunque e cacciarci dentro la gente”. Serve visione, rispetto e responsabilità. E su questo l’amministrazione crediamo stia compiendo un errore".