Fosdinovo (Massa-Carrara), 28 agosto 2025 – A Vercalda il profumo di salmastro arriva dal basso, spinto dalla brezza che si forma nel punto d’incontro fra le acque del Magra con il Tirreno. Da qui si gode di una vista spettacolare sulla Val di Magra. Uno scenario che Alda Lazzoni, storica abitante del posto, ammira da 105 anni.

“Sono nata qui il 23 agosto del 1920 – dice la pensionata – e sono stata testimone di un’infinità di eventi che vi sono accaduti. Iniziando dai più tristi, che riguardano la guerra. C’era il Comando tedesco nel Castello di Fosdinovo: portavano via tutto quel poco che la gente aveva. Arrivò il giorno che ci mandarono via dalle nostre case; avevo Elena, 2 anni, la prima figlia. Per ripararla dalle intemperie la mettevano a dormire in una botte di legno rovesciata – racconta con un gran respiro – poi con mio marito Luigi Bianchi ’Gigetto’ siamo sfollati a Sarzana. Pensavamo d’essere al sicuro ma una notte un bombardamento rase al suolo l’abitazione dov’eravamo alloggiati. Avevamo fatto in tempo a uscire, grazie alle sirene d’allarme. In piena notte, a piedi, con la bimba siamo rientrati a Vercalda; da lì non ci siamo più mossi. E’ accaduto poi che i tedeschi catturassero mio marito e lo portassero prigioniero in Germania. Per quasi un anno, non ho saputo più nulla di lui; rientrò quando la guerra era già finita da un pezzo. Altro che tempi da dimenticare quelli: dico sempre ai giovani ’non fatevi mai trascinare dentro la guerra. E’ solo tragedie e orrore’”.
Pesano 105 anni?
“Non pesano. Semplicemente perché io me li scrollo di dosso e continuo a preparare ravioli, tortellini, lasagne. Per il pollo in tegame inoltre ho una ricetta che è la fine del mondo. E poi, gli ’sgabei’. Per 15 anni li ho fatti alla Festa degli Alpini, per Ferragosto, nel ’Fosso’ a Fosdinovo. Il segreto è farli lievitare 2 ore e spianarli abbastanza fini; restano croccanti fuori e soffici all’interno: qualità insuperabile”.
Al suo compleanno erano presenti i suoi figli Giovanni e Paola con nipoti e pronipoti, il sindaco Antonio Moriconi, parenti e amici; ha avuto regali?
“Non li ho voluti! Ho preparato una cassetta dove ho invitato tutti a lasciare un’offerta. Regali a me, e cosa mi manca? Il ricavato lo mando ai bambini in Africa tramite il cardiologo dottor Bonetti”.
Che progetti ha per il futuro?
“Innanzitutto ci tengo a dire che al mondo io ci sto troppo bene. Ci siamo capiti…? L’elisir di lunga vita? Non ci sono né segreti, né elisir. Bevo un bicchiere di vino al giorno: metà a pranzo, metà a cena. Che tipo? Preferisco il bianco, magari il vermentino ma va bene anche il rosso; l’importante è che sia genuino. Per vivere più a lungo si deve mangiare poco e camminare molto. Mi sveglio alle 6.30 e faccio colazione; alle 12 pranzo e alle 19 ho la cena. Vado a letto alle 20 e dormo ’come una botte’. Viva la vita!”.