
Vannacci “atterra“ in città. In duecento lo contestano
Mentre lui firmava copie e rilasciava selfie a chi ormai lo inneggia a “salvatore della Patria“ (della famiglia e dell’etnia), fuori, tenuti a debita distanza dalla Casa del Boia (il corteo, partito da porta Elisa, è stato deviato e tenuto in piazza S.Francesco), c’era chi lo contestava a gran voce, ma in maniera ordinata. Roberto Vannacci, diventato all’improvviso il generale più popolare dei nostri tempi, era in città per presentare il suo - tanto discusso - libro “Il mondo al contrario“. Un mondo che lui, così come altri, dice di non riconoscere più. A suo avviso capovolto dal “pianeta Lgbtq“ dall’ambientalismo, dall’animalismo e da una società multietnica (per citare alcuni capitoli). Quindi minato alle fondamenta: la casa, la famiglia, la Patria. Un libro, dicevamo, che ha fatto tanto discutere e diventato famoso proprio per questo. "Chi lo contesta è perché non lo ha letto o non lo ha capito - ha voluto precisare Vannacci - Mi hanno dato etichette di ogni tipo, che non mi appartengono".
Anche da quella di “fascista“, urlata dai contestatori all’esterno, lui prende le distanze, quantomeno dal termine. "Non sono uno storico, il fascismo appartiene alla storia" ha specificato. Però potrebbe accettare l’etichetta di “studioso della lingua“ visto che molto ha dibattuto, ieri e all’interno del suo elaborato, di “normalità“. "Da quando dire anormale è un’offesa? - si è chiesto, citando la sua frase “cari omosessuali normali non lo siete“ - cos’è normale? Ciò che non è consuetudinario, ciò che non rientra in ciò che fa la maggioranza".
Maggioranza, un altro concetto relativo. Secondo Vannacci la maggioranza la pensa come lui. Eppure ieri saranno stati in 200 ad applaudirlo e altrettanti (dati della Questura) a contestarlo. Con una differenza, l’età. Dentro era 50 di media, forse anche qualcosa in più. Fuori erano quasi tutti giovani. Alcuni, verso la fine, si sono “imbucati“ all’iniziativa e hanno provato ad aprire un confronto, morto sotto gli applausi di quella che, in quel momento, era la maggioranza. Il mondo al “contrario“ non sarà forse figlio di un punto di vista diverso? Frutto di un cambio generazionale?
Teresa Scarcella