Festa della Liberazione, il ricordo: “Quel 25 aprile, la fine di un inferno. Potevamo sentirci liberi”

Il racconto di Pietrina Castrucci, 99 anni di Colletti, che conserva intatta la memoria di quei giorni: "Ci radunammo al bar di Irene Castrucci e de Radio Londra, apprendemmo in pratica della fine della guerra"

Pietrina Castrucci, 99 anni

Pietrina Castrucci, 99 anni

Pietrina Castrucci nasce a Fornoli in località Colletti, nel comune di Bagni di Lucca, il 16 maggio del 1925 da Settimio Castrucci e Flavia Vannucci. Secondogenita, dopo la sorella Maria, di una famiglia forte e orgogliosa, che vive del proprio lavoro e che mai si piegherà a prendere la tessera del Partito Fascista. Il padre da ragazzo era emigrato in Inghilterra a fare il gelataio, rientrato in Patria per prestare il servizio militare, vi restò ben sette anni nel corpo dei Bersaglieri, per via della Grande Guerra, guadagnandosi il titolo di Cavaliere di Vittorio Veneto. Di spirito libertario Settimio aveva vissuto con sgomento i primi moti del Fascismo e poi l’avvento di Mussolini al potere. Pietrina aveva ereditato da lui questo sentimento e la sua forza d’animo, temprando negli anni un carattere fermo ma sempre generoso e disponibile verso il prossimo. Nel settembre del 1953 si sposa con Marino Balatri e dal matrimonio nascono due figli: Roberto, che oggi abita a Pisa e Giovanna residente a Dezza. Rimasta vedova nel 2001, oggi, a quasi cento anni, vive da sola nella piccola casa di Fornoli, con i due figli che la vanno a trovare settimanalmente.

Lucca, 24 aprile 2024 – Siamo alla vigilia del 25 Aprile, la giornata in cui dal 1945 si celebra in tutta Italia la Festa della Liberazione. Questa data fu scelta dal Cln dopo che nella primavera del 1945 le truppe anglo-americane avevano sfondato la linea Gotica e perché proprio il 25 aprile, da Milano, partì l’appello per l’insurrezione armata della città, sede del comando partigiano.

In Garfagnana e in Media Valle del Serchio, dove passava la linea Gotica dei Tedeschi e dove si vissero quei momenti drammatici e risolutivi della seconda guerra mondiale, vi sono ancora dei testimoni viventi, uomini e donne, che, anche se in età avanzata, hanno impresso nella loro memoria quegli avvenimenti.

A Fornoli, nel comune di Bagni di Lucca, vive la signora Pietrina Castrucci, che con i suoi 99 anni, essendo nata in località Colletti il 16 maggio 1925, è la più anziana del paese, la quale, si puoi dire, conserva intatta la "memoria storica" di quei giorni.

"Fu la fine di un inferno, finalmente potevano sentirci liberi!".

Queste le prime parole con cui rievoca quel giorno.

Aveva vent’anni Pietrina quel giorno e quel ricordo è incancellabile dalla sua mente ancora oggi pienamente lucida e brillante.

"Quel giorno - aggiunge - all’inizio ci fu un po’ di scompiglio, con gli aerei che volavano incessantemente sopra la nostra testa. Le notizie, come è facile intuire, erano frammentarie, non è come oggi, poi in molti ci radunammo al bar di Irene Castrucci, che possedeva una radio e fu così che, collegandoci con ‘Radio Londra‘, apprendemmo in pratica della fine della guerra. Da noi a Bagni di Lucca, per la verità, i Tedeschi si erano già ritirati da qualche mese, dopo che avevamo temuto che proprio i nostri posti, a causa della linea Gotica, avrebbero potuto essere scenario del fronte di guerra."

“In quegli anni - va avanti il ricordo di Pietrina Castrucci – avevamo passato momenti molto difficili, con la fame e la paura sempre in agguato. Fortunatamente a Colletti avevamo alcuni terreni e campi agricoli che la famiglia poteva coltivare e riuscimmo a superare i momenti più critici. Non ci mancava la farina per il pane e per la polenta, insieme alle castagne alla frutta e gli ortaggi. Avevamo delle bestie per il latte mentre un po’ di carne ce la procuravamo con la selvaggina che di tanto in tanto cacciavamo nei boschi. Proprio questo, nel tempo, ci aveva consentito di restare abbastanza indipendenti, nonostante tutto, e mai nessuno della famiglia aveva ceduto nel prendere la tessera del fascio. Anzi, a Colletti demmo ospitalità ad alcune famiglie del piano di Fornoli con le quali dividemmo il pane della solidarietà".

Prosegue: "Sentivamo parlare della Resistenza, e sapevamo che i Partigiani, senza mai averli incontrati, stavano svolgendo un ruolo fondamentale in costante contatto con gli alleati, fornendo loro informazioni utili e facendo operazioni di disturbo anche con scontri a fuoco per ostacolare i rifornimenti alle truppe".

“Insomma – ricorda ancora Pietrina – il 25 aprile del 1945 fu una bella festa, indimenticabile, la più bella della mia vita, il grido che tutti accomunava era: la guerra è finita! Un gran sollievo ed una grande gioia. Poi – conclude – ho un altro evento scolpito nella mente: quello del referendum monarchia-repubblica, il 2 giugno del 1946, che sancì la vittoria della Repubblica. Io non potei votare perché il voto alle donne era consentito a 25 anni di età, che ancora non avevo compiuto, ma fu lo stesso una felicità immensa e ricordo bene l’esultanza di tutti noi per essersi liberati della monarchia complice dei Fascisti e dei Tedeschi".

“Si apriva – conclude il suo racconto Pietrina – finalmente una nuova strada per l’Italia, anche se non tutto è andato per il verso che speravamo, esistendo ancora oggi delle palesi ingiustizie, soprattutto a livello sociale, a causa di una Costituzione ancora non del tutto applicata. Devo dire tuttavia di aver vissuto dei tempi memorabili e di aver visto l’inizio di un reale cambiamento, dopo la sofferenza patita sotto la dittatura del regime fascista. Per questo ritengo importante tramandare la Festa di Liberazione del 25 aprile".