Tassignano, c’è la (nuova) svolta. L’aeroporto passa ai privati. Nuova vita per il "Puccini"

Niente gara europea e addio ai soggetti pubblici. Mantenuti i livelli occupazionali e le associazioni che vi operavano anche prima. La struttura è aperta dal mercoledì alla domenica, dalle 9 alle 17.

Tassignano, c’è la (nuova) svolta. L’aeroporto passa ai privati. Nuova vita per il "Puccini"

Tassignano, c’è la (nuova) svolta. L’aeroporto passa ai privati. Nuova vita per il "Puccini"

Dopo la procedura fallimentare l’aeroporto di Tassignano, intitolato ufficialmente a Giacomo Puccini, è passato ai privati: tre soci, di cui uno tedesco. Sono due anni che non se ne parla più, forse perché è stata cancellata la parte pubblica. Adesso è cambiato totalmente lo scenario. La gestione è privata, mantenuti tutti i livelli occupazionali e le associazioni che vi operavano anche prima. La struttura è aperta soltanto dal mercoledì alla domenica, dalle 9 alle 17. La pista, in asfalto, nonostante le tante voci di allungamento, è rimasta delle stesse dimensioni: 910 metri di lunghezza per 18 di larghezza.

Uno scalo con una lunga storia. Risalente al secondo dopoguerra, per anni i soci sono stati il Comune di Capannori, la Provincia di Lucca e la Camera di Commercio. I conti in rosso si erano già manifestati da tempo. La prima ipotesi di acquisto arrivò dalla Russia. I nuovi ricchi dell’ex Urss sembrava potessero rappresentare la soluzione per la struttura che aveva diversi dipendenti. Infine si imboccò la strada della partnership con la Regione e le Università. Utilizzo droni, ricerca aerospaziale e chi più ne ha più ne metta. Un sacco di belle ipotesi, accompagnate da varie società che si erano dichiarate interessate. Nel 2018 il fallimento, l’esercizio provvisorio e l’apertura dello scalo solo in alcuni giorni della settimana.

Adesso la svolta. Niente gara europea e addio ai soggetti pubblici. Nell’attuale ripartizione delle quote, l’ingresso dei tre soci che hanno varie attività e magari il volo non sarà il loro core business, ma ci sono garanzie di un futuro con prospettive positive e, soprattutto, solide.

Conditio sine qua non per tutta l’operazione, era quella di continuare ad avere la concessione ventennale Enac, Ente Nazionale Aviazione Civile. I creditori all’epoca furono divisi per classi, dai chirografari (coloro che non sono assistiti da cause di prelazione nel poter disporre di un ristoro), ma anche gli altri hanno dato l’ok all’approvazione del concordato. Terminato l’esercizio provvisorio, è arrivata la nuova compagine societaria.

Cosa ci faranno i privati? Sicuramente attività aeronautica. Va ricordato infatti che il sedime appartiene al demanio dello Stato: quindi l’attività che continuerà anche in futuro, sarà di aerostazione destinata ad aviazione civile e del turismo.

Massimo Stefanini