
Mario Santoni Quintili Leoni racconta l’avventura da fiorentino planato a Lucca
Lucca, 10 agosto 2022 - Mario dello storico “Tabarro“ ha detto stop. E prova a contraddirlo. “Se sono burbero? Forse sì un po’ – confessa – . Soprattutto gli italiani mi hanno fatto tante recensioni negative per il caratteraccio. Non più tardi di 15 giorni fa a una comitiva che protestava perchè avevo servito prima l’altro tavolo con i bambini, ho fatto chiaramente capire, mentre avevo la pala della pizza in mano, di andarsene senza neanche far pagare le bevute consumate. Sono così. Se ti piace vieni da me, altrimenti aria“. E’ così Mario Santoni Quintili Leoni, da 36 anni proprietario del ristorante pizzeria tra piazza del Giglio e Vicolo della Dogana, con la sua divisa bianca, il suo graffio ironico, sempre vigile osservatore della città e dei suoi personaggi. Dal primo agosto ha chiuso, al suo posto, è già praticamente cosa fatta, arriverà un pub-birreria. I titolari hanno già un’attività in Porta dei Borghi, e intendono raddoppiare.
“Dopo 36 anni di Tabarro ho preso al volo questa occasione perchè non so che mesi ci aspettano, i presagi non sono buoni – spiega –. Tutto rincara, energia elettrica in primis, trovare personale è impossibile, dopo tre giorni ti piantano in asso, e far fronte ai costi e affitti diventa sempre più un’impresa che può affrontare chi non è solo, magari è in famiglia o ha più soci. Francamente io no, non più, quindi cordialmente saluto“. Anzi, per la precisione lo ha già fatto, con il primo agosto. Lui, fiorentino doc, a Lucca ha sempre fatto vita difficile ma non è tipo da chinar la testa.
“Presi una fregatura rilevando un locale a Viareggio, così i miei soci pensarono bene di levarmi la sete con il baccalà liquidandomi con i soldi con cui poi avviai Il Tabarro. Era il 13 settembre 1986 quando organizzai un mega buffet per l’inaugurazione, c’erano aragoste, caviale, champagne. Non venne nessuno. I “baroni“ di Lucca mi avevano messo al bando passando voce. E per i primi due anni fu così, preparavo da mangiare solo per il personale“. Poi arrivò anche l’epoca del cabaret per tentare di risollevare le sorti del locale, e di Pieraccioni, che qui fa tappa ogni volta che torna in città, Panariello, animatori del venerdì sera al Tabarro per una pizza e poco più. E le sei ragazze del Drive-In, tramissione cult, per quell’ultimo dell’anno-scandalo: “Semi nude persino quando andarono a procurarsi le sigarette in piazza. A quel punto fui “scomunicato“, un onore visto che lo fu anche Puccini“. Perchè Mario è anche un grande appassionato di lirica, da lì il nome del suo locale. Ma pensionato no, non ci si crede. “Starò un attimo alla finestra, e poi chissà“.