
Simone e Sandro Berchiolli di Oradoc
La domanda si pone quasi da sola. In un’epoca in cui il digitale tutto può, in primis accorciare tempi e distanze, ha ancora un valore creare punti di incontro “fisici“ come fa il Miac da trent’anni?
“La risposta è assolutamente sì“, dicono praticamente all’unisono Simone e Sandro Berchiolli, Maurizio Tomei e Andrea Orlandini che sono i quattro componenti del consiglio di amministrazione di Oradoc che da oltre trent’anni fa progettazione, produzione, montaggio e assistenza di sistemi complessi di pulizia e crespatura per tutta l’industria della carta, legno, gomma e plastica, tessile e alimentari. “E’ sempre importante conoscersi, guardarsi negli occhi, capire a presa diretta – specifica Berchiolli – . E’ chiaro che se ti serve un pezzo meccanico ti puoi spiegare in una call, puoi inviare una mail. Ma i rapporti anche imprenditoriali si creano così. E poi occorre considerare che il Miac non è la fiera delle singole aziende. E’ una fiera che rappresenta l’intera filiera, tutto l’indotto. E quindi crea occasioni di crescita per tutti. L’incontro, l’accoglienza, ma anche toccare con mano che c’è vera collaborazione tra ditte, questo fa la differenza ancora oggi, in epoca di digitale“.
E il mercato è in buona salute? “L’importante è essere sempre presenti e disponibili con i clienti, ma come Oradoc, di fronte a soggetti seri che puntano sulla pianificazine degli investimenti, noi sinceramente troviamo sempre spazi importanti“.
L.S.