REDAZIONE LUCCA

Se il bar davanti a casa va oltre il... Comune

La singolare situazione di Galleno: qui convivono ben tre differenti province e varcare i confini comunali è all’ordine del giorno

ALTOPASCIO

Ci sono zone che dal punto di vista amministrativo assomigliano a un Risiko, il gioco da tavolo dove i confini sono fondamentali, soprattutto per le strategie vincenti. Con il Covid e la conseguente disposizione del dpcm per la quale non si potrebbe uscire dal proprio Comune di residenza, certe divisioni, in apparenza strane si potrebbe pensare, emergono ancora di più. Senza arrivare al caso limite del bar metà in Toscana e l’altra in Emilia Romagna, nella zona della Piana vi sono alcune attività borderline. La capitale assoluta di tutto ciò è Galleno dove la chiesa e la farmacia sono nel Comune di Fucecchio, la Casa della Salute in quello di Castelfranco di Sotto e magari il negozio di parrucchiere in quello di Santa Croce sull’Arno.

In pochi metri, diversi servizi spalmati su tre Comuni e due Province, Pisa e Firenze. Con la Lucchesia che si tocca con la mano. Il bar Gelsa, situato in località omonima sulla strada Provinciale Valdinievole (sì, perché pure la Provincia di Pistoia non è lontana), ha il parcheggio nel Comune di Altopascio. Il locale, invece, è in quello di Fucecchio. "Viviamo la realtà a cavallo di territori diversi – commenta Fiorella Laurino, una dei tre fratelli titolari dell’attività insieme a Fiorenza e Ulisse – con clienti che anche in questa fase attraversano più fasce. C’è chi si reca al lavoro in altre zone e noi siamo su una direttrice di passaggio. Gli abitanti delle le case qua di fronte, per esempio, interpretando alla lettera le norme, dovrebbero recarsi ad Altopascio, a 5 chilometri di distanza, ma vengono da noi perché gli basta attraversare la strada. Facciamo tutto da asporto: pizzeria, pasticceria, alimentari, bar".

L’altro esercizio commerciale in una situazione simile è sulla via Bientinese: anche qui lo spazio di sosta è sul Comune di Altopascio, Lucca, il negozio è in quello di Castelfranco di Sotto, Pisa. "Noi abbiamo perso il 95% del fatturato – spiega il proprietario Vincenzo Casillo, il re della pizza napoletana come lui si definisce – per un motivo semplice. Gli altopascesi miei clienti devono uscire dal loro territorio e non si può, visto che hanno altre pizzerie dove poter andare mentre quelli di Castelfranco sono a 15 chilometri, la stessa frazione di Orentano è distante e giustamente si recano in locali più vicini. Quindi ho perso un considerevole numero di clienti in poco tempo e su entrambi i lati del territorio. Ci siamo attrezzati e certamente facciamo consegne a domicilio gratuite entro un raggio di venti chilometri, oltre al servizio da asporto sette giorni a settimana. Ma i conti ne hanno risentito tanto – conclude l’imprenditore – è pur sempre vero che la ditta è a gestione familiare, ma ho purtroppo dovuto spedire dipendenti in cassa integrazione. Lo scriva pure, la situazione è molto difficile".

Massimo Stefanini