
Uno dei protagonisti del docufilm "The Social Dilemma" è Tristan Harris, uno degli ideatori di
Google, che nel docufilm insieme ad altri ex grandi del settore tech, racconta di come quello che era partito come un modo per migliorare la vita delle persone si è trasformato sempre più in qualcosa senza controllo. Harris, che nel 2017 è stato definito dalla rivista Rolling Stones una delle 25 persone che sta cambiando il mondo ha lasciato Google e ha fondato il Centro per una Tecnologia Umana, un’organizzazione che ha lo scopo di informare sui rischi della tecnologia e contribuire a trasformarla in qualcosa che aumenti il benessere collettivo e la democrazia.
Ci siamo messi in contatto con lui, ma non siamo riusciti ad ottenere un’intervista perché è molto impegnato e noi speriamo che il suo lavoro vada avanti. Secondo il rapporto Eures del 2021 infatti – e le cose potrebbero essere peggiorate – l’82% dei giovani italiani è infatti a rischio dipendenza da smartphone con conseguenze gravi sulla salute fisica e mentale.
Ormai esistono nuove parole per raccontare la dipendenza da smartphone. Vamping, fomo, likemania, nomofobia oltre al fenomeno degli hikikomori che dal Giappone si sta spostando anche in Italia (secondo uno studio del CNR ci sarebbero in Italia 50.000 adolescenti ritirati dalla vita sociale).
Negli Stati Uniti nascono sempre più campi dove i ragazzi vanno a ‘disintossicarsi’ dalla dipendenza dai social con sport, giochi e psicoterapia, anche in Italia ci sono numerosi centri che si occupano del problema. L’Istituto superiore di Sanità e in particolare il Centro nazionale dipendenze e doping ha realizzato una mappa interattiva per individuare tutti i servizi che si occupano di dipendenza da Internet.
Alla fine del 2021 erano un centinaio e sono quasi tutti pubblici. Il problema è serio e a causa di un eccesso di connessione aumentano sempre più stati depressivi, irritabilità, sbalzi d’umore, chiusura, difficoltà di concentrazione, disinteresse e fenomeni di cyberbullismo.
Nel gennaio di quest’anno a scuola abbiamo ospitato il padre di Carolina Picchio, che si è tolta la vita a soli 14 anni ed è stata identificata come la prima vittima italiana di cyberbullismo. E’ stato un incontro molto toccante e ci ha convinti sempre di più che il web deve smettere di essere uno spazio che crea sofferenza e diventare come dice Tristan Harris uno spazio di scelta, di creatività che ci faccia tirare fuori il meglio di noi.