
Ogni notte si danno appuntamento in una zona diversa. E alla fine di una stagione ciò che rimane delle campagne è la devastazione, con gli agricoltori che non hanno neanche più gli occhi per piangere, mentre i rimborsi della Regione arrivano con il contagocce.
Carlo Incrocci è coltivatore diretto da una vita, sono suoi i terreni coltivati soprattutto a granturco nella zona di via dei Borelli a Monte San Quirico.
Ma oggi quella distesa di piante è una piazza che segna l’ennesima scorreria dei cinghiali.
“Stanotte mi hanno massacrato altri due campi – dice Carlo – Come si fa a vivere delle nostre campagne? I cinghiali fanno continue incursioni anche nelle nostre zone, nessuno li ferma, salvo la buona volontà, davvero ammirevole, della polizia provinciale che sta predisponendo anche dei nuovi punti sparo“. Il signor Incrocci preferisce non fare i conti di quanto gli costerà, anche quest’anno, la raccolta mancata. “Il Covid ha fermato la caccia nel 2020, i lupi stanno scacciando i cinghiali dalle montagne e quindi, a branchi, scendono in piana alla ricerca di cibo. Questo è il risultato – ci mostra i campi devastati –. E chi paga i danni? Dovrebbe essere l’Atc invece di creare specchietti per le allodole che non servono a niente, come i recinti elettrici e i dissuasori olfattivi. Questi ungulati non si fermano di fronte a niente, alla fine sono più i danni che fanno che quello che effettivamente riescono a mangiare. Aggrediscoo anche le zone seminate, le pannocchie ancora vuote. Lasciano il deserto. Anche nelle nostre tasche“. Zona diversa, stesso scenario. A Paganico troviamo Danilo Picchi e Mariano Pinochi, circa 3 ettari di campi per uno che oggi appaiono come una distesa nuda e desolante.
“Sono venuti quelli dell’Atc, ambito territoriale di caccia, a fare il sopralluogo. Hanno dovuto riconoscere la gravità di quello che è avvenuto – dice Danilo – e la buona notizia è che ci hanno riconosciuto un danno del 100 per cento nei nostri campi di mais, per opera dei cinghiali. Però chissà quando arriveranno questi rimborsi. Intanto noi dobbiamo comprare i semi, il concime, il carburante per i trattori. Sono varie migliaia di euro che dobbiamo spendere entro settembre“. Il grido di allarme dalle nostre campagne è a una sola voce.
Laura Sartini