“Questo è un luogo ricco di ricordi e di storia“

Giuseppe Braconi, ex infermiere all'ex ospedale psichiatrico di Maggiano, ricorda con affetto l'epoca in cui lavorava accanto al dottor Tobino. Testimone di miglioramenti psichici dei pazienti grazie alla convivenza, Braconi sottolinea l'importanza delle attività e del supporto offerto.

Non ha voluto mancare a un taglio del nastro speciale, ieri all’ex ospedale psichiatrico di Maggiano. Giuseppe Braconi qui è stato infermiere a fianco di Mario Tobino dal 1969 fino alla chiusura definitiva del manicomio, nel 1999. Poi ha lavorato al Campo di Marte.

“Ho visto tanti malati, e a loro nel tempo mi sono affezionato – dice – Nonostante i loro deficit mi hanno insegnato tantissimo, ho dei ricordi stupendi di quel periodo. Di loro e del dottor Tobino che mi incitava a leggere in particolare Dante e i Promessi Sposi. Ma non bastava che li leggessi, dovevo capire la profondità di alcune parole. Era bello confrontarsi con lui, ho tutti i suoi libri autografati“. Qui il signor Braconi è testimone prezioso, ha visto il prima e il dopo di un’epoca.

“Per tanto tempo fui assegnato al settore ’primo misto’ dove uomini e donne vivevano insieme. Si capì infatti che da questa convivenza emergevano miglioramenti sulle condizioni psichiche. C’erano ammalati che erano stati 20-30 anni in cella, che non comunicavano più con nessuno. Eppure iniziarono a star meglio, a recuperare, crescendo grazie ai rapporti che li arricchivano“. Per il signor Braconi che quasi si commuove a rivedere quei luoghi a cui sono legati mille ricordi, non ci sono dubbi. “L’ex ospedale psichiatrico funzionava. Le persone erano controllate, curate, ma svolgevano tante attività a seconda ovviamente del grado della patologia. Qui si faceva l’orto, si mettevano su le rappresentazioni teatrali, si creava, ci si divertiva anche“. E poi l’evento clou, rimasto scolpito nella storia. “Il festival musicale, chi se lo dimentica. Questo luogo è colmo di quei ricordi, di quelle storie, tanti volti. E’ vero che era un luogo di cura ma era anche un luogo felice, grazie soprattutto al dottor Mario Tobino che dava tutto se stesso per i malati“.

L.S.