
La “Sera barghigiana“ di Bruno Cordati è uno dei 40 dipinti in mostra alle Stanze della Memoria dal giovedì alla domenica con orario 17.30 – 20
Molti sono i motivi per visitare Barga, in ogni stagione. La mostra “Barga incantata. Visioni del paesaggio dell’anima nell’arte di Alberto Magri, Adolfo Balduini, Bruno Cordati, Umberto Vittorini” ne aggiunge un altro. Al Museo “Stanze della Memoria” di Barga è infatti allestita con grande successo di pubblico (oltre 700 persone in 3 settimane di apertura) la mostra realizzata da Comune di Barga e Fondazione Ricci ETS, che svela il borgo visto attraverso lo sguardo di quattro grandi artisti del Novecento cresciuti all’ombra di Pascoli.
“Nell’ombra feconda della poesia di Giovanni Pascoli – spiega infatti la curatrice e presidente della Fondazione Ricci, Cristiana Ricci - questi artisti hanno saputo restituire, ciascuno con un linguaggio personale e innovativo, la bellezza e la complessità di una terra che, nella sua apparente quiete, ha offerto rifugio e ispirazione in anni segnati da grandi trasformazioni politiche, sociali e culturali. Come scriveva Giovanni Pascoli, questa ‘valle del bello e del buono e dove il tempo non corre’ è uno spazio dell’anima, un luogo in cui la vita e l’arte possono ancora dialogare con la natura e con la memoria“.
“La Toscana è terra d’arte e di cultura. E le Toscane e i Toscani sentono iscritta nella loro identità questa naturale attenzione al fatto artistico per gustarne in pieno la bellezza”, scrive non a caso Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio regionale della Toscana. Magri, Balduini, Vittorini e Cordati, hanno in comune l’aver vissuto i grandi eventi storici del Novecento e la loro drammaticità, ma hanno anche vissuto e respirato il clima culturale che contraddistingueva Barga nei primi del Novecento, dopo l’arrivo di Giovanni Pascoli a Castelvecchio (Magri e Cordati conobbero personalmente Giovanni e Maria Pascoli). Ecco perché nelle opere dei quattro si ritrovano i tratti comuni di quella sensibilità.
Le colline, le case contadine, i campi e i borghi di Barga – evidenzia Alessandro Adami, presidente della Fondazione Giovanni Pascoli - diventano nei loro quadri ciò che per Pascoli erano le parole ‘umili e care’: simboli di un mondo piccolo, ma pieno di significato. Tutto ciò quale elemento e contenuto valoriale del paesaggio locale”. L’esposizione, di circa 40 opere, mette in dialogo le visioni personali dei quattro maestri attraverso affinità stilistiche, influenze culturali e sensibilità individuali, per far emergere l’incanto di Barga. A ingresso libero.