Giacomo Puccini, con la ricorrenza del suo centenario, Enrico Pea con la mostra bio–bibliografica a Palazzo Ducale nella sala Tobino,
si sono ritrovati come si
ritrovavano, spesso, in vita.
Vita che comunque in ambito artistico prosegue, poiché
entrambi sono rimasti grandi protagonisti della nostra cultura. Giacomo Puccini fu
tra i primi a capire il talento
di Enrico Pea. Infatti,
letto il manoscritto
de “Il Moscardino“, gli disse che lo avrebbe portato all’editore Treves. Giacomo Puccini, come tutti i musicisti, alla ricerca qual era di suoni e d’ispirazione, fu un lettore
attento e onnivoro.
Ma riguardo ai libri che prediligesse, si sa ben poco. Vien da pensare qualche contemporaneo e i classici. Insomma artisti veri che, come lui, riuscissero a tradurre l’immaginario in realtà, che può essere musicale, pittorica, letteraria. Enrico Pea è stato e rimane uno scrittore innovativo e originale. Il suo stile è unico. Ogni pagina, più che scritta sembra scolpita, tanto le parole trasmettono emozioni.
Sa farti vedere ciò che racconta come pochi,
ti ci trascina dentro proprio
grazie alla scrittura, che pur essendo ridotta all’essenziale, fa poesia ed evoca suoni
e immagini. Questo il bello. Aspetto che piacque molto
a Ezra Pound, il quale, oltre
suo sostenitore, ne fu anche
il traduttore. Non a caso Pea, nonostante i suoi libri
si trovino a fatica, è amato
dai giovani, che vedono in lui l’insolito e l’affascinante che
non trovano altrove. Così come lo aveva in vita, dovrebbe quindi avere un editore
che ne rilanciasse l’intera opera.